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Diversità e integrazione, è il momento di agire

Uguaglianza di genere e di stipendio sono sulla bocca di tutti, ma la strada per raggiungere entrambe è ancora lunga e faticosa: una ricerca del World Economic Forum sottolinea infatti che serviranno almeno altri 108 anni per colmare il gap di genere e circa 202 per quello lavorativo. Nel settore tecnologico, il numero di donne che ricoprono ruoli tecnici è ancora basso e la percentuale di leadership femminile si ferma a circa il 5%.

Istituzioni, aziende e scuole di tutto il mondo hanno iniziato ad attivarsi per riconoscere il valore della diversità di genere, ma le donne guadagnano ancora una media di 79 centesimi per ogni dollaro guadagnato da un uomo per compiere la stessa attività.

Donne illuminate del XIX secolo come Ada Lovelace, la prima programmatrice informatica, celebrata ogni 8 ottobre, hanno aperto la strada alle prossime generazioni di innovatrici. Ma nonostante i 200 anni trascorsi, sono ancora molti gli ostacoli da superare ed è necessario catalizzare il progresso per raggiungere la parità di genere, soprattutto nel settore STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Per le donne come Ada, la situazione nell’industria della tecnologia è decisamente deludente. Al momento solo il 12% dei detentori di brevetti negli Stati Uniti è rappresentato da donne e sono molti gli esperti che sostengono che costi e processi di ottenimento di un brevetto rappresentino un ostacolo rilevante al raggiungimento dell’uguaglianza lavorativa.

Problema sociale

Lo scorso aprile, Katie Bouman, una giovane 29enne con dottorato presso il MIT, è diventata per caso il volto del Progetto Buco Nero, nel quale è stata ritratta come un ‘genio solitario’ e, a seguito di ciò, coinvolta in una campagna sessista. Nonostante si fosse subito prodigata a includere tutti i colleghi ricercatori coinvolti nel progetto, le reazioni osservate su Twitter testimoniano come lo scetticismo nei confronti di una donna in ambito tecnologico-scientifico sia ancora profondamente radicato.

Il successo di Katie Bouman sarebbe stato messo in dubbio se fosse stata un uomo? Quasi sicuramente no. Quasi 200 anni dopo il contributo alla scienza apportato da Ada Lovelace siamo ancora condizionati da pregiudizi sociali inconsci o, a volte, intenzionali.

Uomini e donne devono superare i pregiudizi sociali inconsci, ma le donne possono anche fare di più per sostenersi a vicenda. Troppo spesso in passato responsabili di sesso femminile hanno bloccato la carriera di altre donne per paura di essere surclassate.

È qui che dobbiamo modificare in modo sostanziale la nostra mentalità per renderci conto che non c’è un solo posto disponibile, ma abbastanza spazio affinché tutte le donne abbiano successo e possano raggiungere l’uguaglianza di genere. Bisogna incoraggiare e lodare i reciproci successi, per aiutare altre donne a percorrere la stessa strada.

L’uguaglianza di genere è una battaglia universale che richiede a uomini e donne di procedere nella stessa direzione. Partendo proprio da casa.

Il supporto intenzionale inizia in casa e termina in ufficio

Quando la prima donna afroamericana ad andare nello spazio, Mae C. Jemison, andava a scuola negli Anni 60, la sua insegnante non la prendeva seriamente in considerazione. “Voglio diventare uno scienziato”, ricorda in una nota in Changing the Face of Medicine. “Mi guardava e diceva ‘non intendi infermiera?’”. “No, intendo scienziato”. Questo desiderio era così radicato che nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea. Purtroppo si tratta di casi rari.

Il coraggio e la determinazione di Jemison sono stati fondamentali nella sua carriera – e le hanno fatto ottenere un posto nel programma di training degli astronauti della NASA – ma anche il supporto ricevuto dalla sua famiglia è stato fondamentale. Sua madre e suo zio hanno ricoperto un ruolo cruciale nel suo percorso, incoraggiando il suo interesse per la scienza e lo spazio già da bambina.

Dobbiamo amare e insegnare episodi come questi e trarne ispirazione, in modo da poter diventare le persone che vogliamo essere e incoraggiare chi ci circonda a fare lo stesso. Il supporto intenzionale da parte di insegnanti, tutor e/o membri della famiglia è la forza trainante del successo della maggior parte delle persone ed è particolarmente fondamentale per trasmettere alle studentesse la fiducia e la sicurezza, sin da piccole, di essere in grado di perseguire qualsiasi percorso di carriera desiderino.

Detto questo, anche il supporto costante sul posto di lavoro è essenziale per creare aziende di successo con un impatto sociale significativo. Secondo un’analisi recente, la diversità all’interno del team dirigente di un’organizzazione può aumentare i profitti del 15%. Inoltre, è dimostrato come le società con consigli di amministrazione diversificati ottengono successi finanziari più elevati, hanno rating creditizi migliori e una maggiore fidelizzazione dei dipendenti.

Pertanto, avere una squadra diversificata di talenti è un imperativo di business. Inoltre, una cultura inclusiva può aiutare le aziende a gestire le complessità della trasformazione in modo più efficace. Quindi, cosa sta aspettando la tua organizzazione?

Il potere del supporto intenzionale

Ricordo un esperimento con una precedente squadra tecnologica: nel tentativo di potenziare il team femminile, le donne decisero di esprimere il loro sostegno reciproco dandosi il cinque ogni volta che si incontravano. Questo semplice atto di supporto è stato subito notato dai colleghi di sesso maschile e in pochi giorni l’intero team ha iniziato a darsi il cinque a vicenda, sollevando il morale e favorendo la collaborazione all’interno dell’organizzazione.

Tendiamo a dimenticare quanto sia potente il supporto intenzionale e come sia facilmente realizzabile e quanto anche il più piccolo atto di unione possa essere efficace. Nella stessa luce, proviamo a osservare i preconcetti inconsci insiti nei messaggi rivolti a ragazze e ragazzi, ad esempio nel dire a una ragazza che dovrebbe concentrarsi sul fare nuove amicizie invece di frequentare le lezioni di matematica, o scoraggiare un ragazzo a seguire una lezione di danza. Potrebbero sembrare consigli innocui, ma potrebbero invece fare una grande differenza.

Da oggi in poi, impegniamoci a fare un atto di supporto intenzionale, sia verso i membri del team femminile in ufficio o verso le figlie e le nipoti a casa.

È ancora più importante iniziare a percorrere questo cammino insieme. Parlare di questi problemi è molto utile, lo facciamo da anni, ma sono le nostre azioni che faranno davvero la differenza. Se tutti si impegneranno a fare piccoli passi nella giusta direzione, potremo fare progressi più rapidi verso un futuro più inclusivo, rafforzando opinioni e prospettive diverse mentre viviamo carriere che, un tempo, donne come Ada Lovelace potevano solo sognare.

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