Usare la tecnologia per ridurre rumori e distrazioni in ufficio
Il 68% degli Under 35 canadesi ammette di avere difficoltà a restare concentrato a lavoro. Una ricerca condotta da iQ Offices in Canada ha evidenziato che si perdono due ore ogni giorno a causa delle chiacchiere dei colleghi. La ricerca punta il dito contro i “talk-a-holic”, cioè persone che parlano a voce troppo alta o sempre in vena di chiacchierare. Criticate anche le “rumorose aree relax” e gli ambienti di lavoro open space considerati “fonte di distrazioni”.
Dario Colombo ne ha parlato su Persone&Conoscenze con Armando Trivellato, Area Vice President di Poly, player del mercato focalizzato sulla human experience nella comunicazione, che ha usato la tecnologia per ridurre rumori e distrazioni. Ripresentiamo qui alcuni passi dell’intervista.
Secondo un recente studio di Future Workplace commissionato da Poly –nata a seguito della fusione tra Plantronics e Polycom– il 99% dei lavoratori ammette di essere distratto da qualcosa mentre lavora nel proprio spazio di lavoro. Come fare, dunque, a conciliare produttività e attrattività della sede, che, nonostante tutto, resta il luogo ideale per la condivisione e lo scambio di idee? “Il miglior posto per lavorare è l’ambiente che preferisci”, esordisce Armando Trivellato, guidando la redazione di Persone&Conoscenze nei diversi spazi creati per scopi lavorativi specifici.
“Il manager non deve interessarsi a dove e quando lavorano le sue risorse, piuttosto deve concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere e da far perseguire”. È proprio da questa premessa che è stato strutturato lo spazio di lavoro capace di soddisfare le esigenze dei Flexible worker. “Il vero tema è come mettere le persone a proprio agio, perché solo così diventano più produttive”.
Ambienti realizzati per le necessità del Flexible working
Immerso nel business center Energy Park di Vimercate, alle porte di Milano, l’headquarter italiano di Poly è strutturato come un grande open space, dentro cui trovano spazio differenti ambienti lavorativi. L’azienda ha collaborato con un partner esterno per costruire gli spazi, che quindi sono co-creati per interpretare le nuove necessità del Flexible working. “Il nostro ruolo è offrire indicazioni sull’organizzazione dell’ambiente per puntare alla migliore performance”, dice Trivellato.
Entrando nella sede di Poly, non passa inosservata la caffetteria, prima tappa per l’accoglienza degli ospiti: sul tavolo realizzato con materiali ecosostenibili, trovano spazio anche i piatti da asporto take away che il personale si fa recapitare in ufficio per la pausa pranzo. Proprio di fronte a questo spazio, c’è il water wall, una particolare parete dentro la quale scorre acqua vera: non è solo un elemento d’arredo, bensì ha la funzione di isolare l’ambiente dei rumori dal resto dell’ufficio.
Questo concetto è nel Dna di Poly che concretamente si traduce in numerose soluzioni fonoassorbenti (ci sono anche pannelli mobili, utili in casi particolari, per esempio quando si ospitano gli eventi). “Il lavoro agile impone un nuovo modello organizzativo, perché non dev’essere un beneficio solo per le aziende, ma deve esserlo anche per i lavoratori: il risultato è un aumento di produttività complessiva” afferma Trivellato.
Nella sede milanese dell’azienda non mancano inoltre gli spazi più ‘classici’ come una piccola stanza spoglia di qualsiasi tecnologia –dove è possibile portare la propria, per isolarsi e trovare la giusta concentrazione– e un’altra sala equipaggiata con gli strumenti più avanzati per le videoconferenze. Tra le particolarità della sede c’è la sala fitness: qui ci sono tapis roulant, cyclette e persino il calcio balilla, gettonatissimo, da quanto confessa Trivellato, per le sfide tra colleghi. Sulla parete di fronte all’attrezzatura fitness c’è una gigantografia della Luna. “Il nostro obiettivo è poter arrivare ovunque con la nostra tecnologia”, ammette il manager.
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