Resiliente e digitale: ripensare la Supply chain nel coronavirus
Proprio in tempi di misure di distanziamento e isolamento forzato, per le imprese è fondamentale mantenere il controllo di ogni anello della catena. La diffusione del Covid-19 ha messo in allarme le filiere produttive e logistiche di mezzo mondo: difficoltà negli approvvigionamenti, ritardi nelle forniture, rallentamenti della produzione, calo della domanda.
Lo avevamo già sperimentato nelle settimane dell’isolamento cinese, quando la chiusura della provincia dell’Hubei aveva rischiato di fermare intere produzioni globali. Ora che l’epidemia si è allargata a livello planetario, insinuandosi in ogni comparto, è tempo di ripensare le proprie Supply chain.
La parola d’ordine è resilienza. L’emergenza sanitaria può essere l’occasione per rendere le catene di produzione e approvvigionamento non solo più robuste, ma anche più smart. Strumenti flessibili e reattivi, capaci di predire scenari futuri, controllabili in real time e monitorabili 24 al giorno: le Supply chain agili sono in grado di costruire e attivare rapidamente scenari alternativi, sia nel reperimento delle risorse sia nelle scelte inerenti le capacità produttive.
Per pianificare soluzioni alternative con la flessibilità
Flessibilità e analisi del rischio, combinate a un approccio data driven, possono diventare parte integrante delle strategie e dei processi di gestione delle filiere. Digitalizzare il comparto produttivo significa essere in grado di strutturare risposte concrete per l’emergenza e aumentare efficacia, efficienza e reattività dei modelli produttivi. Per prepararsi ad affrontare le difficoltà attuali, così come a cogliere l’opportunità di un rimbalzo futuro.
È quello che propone Tecnest, società specializzata nella fornitura di soluzioni software per la pianificazione, la programmazione e il monitoraggio della produzione. Per rispondere alla crisi da Covid-19, l’azienda punta su un nuovo paradigma di applicazioni integrate per la fabbrica 4.0, come il software Flex.
L’idea è che, per reagire all’incertezza, non basti limitare i danni, ma occorre attrezzarsi con gli strumenti giusti. È utile, ad esempio, avere soluzioni che permettano la raccolta e l’analisi di dati in tempo reale, anche da sistemi eterogenei, da ogni stabilimento.
Grazie alla capacità predittiva dei moderni sistemi, l’azienda può esaminare scenari di produzione alternativi e risolvere con rapidità ogni criticità legata al piano di produzione. Un software flessibile permette di pianificare momenti di incontro tra fabbisogni aziendali e disponibilità dei materiali, ma anche di razionalizzare l’impiego degli operatori. Così da mantenere stabile il programma produttivo e sapere in anticipo come impatterà sulle consegne un suo eventuale rallentamento.
Supply chain visibility, per incrociare le informazioni
Una strategia vincente, soprattutto in momenti critici, è quella fondata sulla Supply chain visibility: avere ben presenti tutti i passaggi della catena (source-make-delivery) aiuta a portare alla luce i problemi nel momento stesso in cui si presentano, evitando che si ripercuotano a cascata sulle fasi successive.
Gli effetti dell’emergenza sanitaria in atto, infatti, rischiano di avere grande impatto sull’anello della produzione, a causa del distanziamento obbligato tra il personale. Potrebbero, però, avere effetti anche sul reperimento di materie prime e sulle consegne dei prodotti finiti.
Il software Flex di Tecnest è in grado di tracciare il fabbisogno dello stabilimento e le tempistiche in un momento di forte stress per tutti i canali di approvvigionamento. Grazie alle funzionalità analitiche di calcolo dei materiali mancanti e alla verifica automatica dei materiali alternativi, permette di reperire materie prime e componentistica da fornitori alternativi. E di proporre nuove pianificazioni per date di consegna e date di forniture di conto lavoro.
Incrociare le informazioni sui clienti chiave e sulle forniture a rischio interruzione è fondamentale per un’analisi della situazione. Ancora più accurata se si hanno a disposizione modelli digitali della Supply chain e software in grado di individuare passaggi vulnerabili e strategie più solide. Il digitale, insomma, resta la via migliore per garantire la sopravvivenza della filiera.
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