HR alla guida del cambiamento, l’evoluzione di una multinazionale
Un esempio virtuoso di azienda di successo, diventata una multinazionale strutturata pur conservando la sua origine familiare. È Custom, società high-tech specializzata nella realizzazione di soluzioni professionali di stampa, scansione e Data intelligence per l’automazione dei servizi pre e post vendita e dei processi di digitalizzazione, volta al miglioramento della customer experience.
Un caso che dimostra come anche nel nostro Paese sia ancora possibile fare impresa e governare la crescita di un’organizzazione, conciliando l’evoluzione manageriale nel rispetto dei valori propri di un’azienda di famiglia. Quella dell’introduzione dei manager, che affiancano il personale interno cresciuto in ruoli di responsabilità, è l’ultima tappa di crescita di Custom, azienda fondata a Fontevivo, in provincia di Parma, nel 1992 da Carlo Stradi e Alberto Campanini, che dopo quasi 30 anni di storia è passata dai 77 milioni di euro di fatturato del 2015 agli attuali 183 milioni.
Il ‘merito’ di questi numeri è anche dei 680 professionisti (così definiti perché ognuno è considerato un esperto della materia) distribuiti su cinque impianti produttivi e la presenza in 76 Paesi. Sulla base delle performance di crescita e internazionalizzazione, nel corso del 2019 è stata inoltre premiata come Eccellenza aziendale da quattro istituti di ricerca.
Alla base del successo c’è la nuova governance globale, che ha impegnato l’azienda in un lungo processo di revisione del suo assetto e che ha richiesto, oltre alla crescita del personale, anche l’introduzione di nuovi manager in alcune figure chiave. Uno di questi è Fabrizio Avari, Chief HR Officer di Custom, impegnato nel sostenere il processo di governance globale, dando vita a una nuova Direzione del Personale, che ha potenziato quella che prima era una funzione impegnata in particolare a gestire gli aspetti amministrativi.
“La gestione delle risorse umane è considerata come un’evoluzione dell’organizzazione”, esordisce il manager, forte di una decennale esperienza in Poste Italiane dove, anche in quel caso, era stato chiamato per seguire la nascita della funzione HR. “Il gruppo sta crescendo in maniera considerevole e il board ha deciso di supportare questa espansione in modo strutturato, anche per rispettare la mission aziendale, caratterizzata dall’elemento distintivo del time-to-market, ovvero la capacità di centrare l’obiettivo in tempi rapidi”.
Il cambiamento è nato in seno al board, il cui obiettivo era di diventare un’entità globale, consci del necessario cambio di ‘schema’. La base di partenza è stata la composizione della cosiddetta C-suite (la stanza dei chief) che vede coinvolti, a partire dal Presidente e dal Group CEO, quattro responsabili di business (Chief Operations Officer, Chief Technical Officer, Chief Sales and Customer Services Officer, Chief Marketing Officer) a cui si sommano le più classiche di staff (Chief Financial Officer, Chief Human Resources Officer e il General Legal Counsel), il Chief Business Development e Business Transformation Officer, che svolge un ruolo di coordinamento tra i vari gruppi di lavoro, e gli Amministratori Delegati delle società del gruppo, che portano l’esperienza regionale o di settore.
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di aprile 2020 di Persone&Conoscenze.
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