Lavoro, serve una costruzione progressiva e non un altro Jobs Act
Nessuna nuova riforma del lavoro. Né, tanto meno, altri “Act”. Piuttosto una “costruzione progressiva” per far fronte al nuovo modo di lavorare. A spiegarlo è Tiziano Treu, Presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), nella puntata del 1 maggio 2020 di PdM Talk.
Il giuslavorista, già Ministro nei Governi Dini, Prodi e D’Alema, ha risposto così a chi gli chiedeva se, alla luce delle ripercussioni dell’emergenza Coronavirus sull’occupazione, fosse il momento per una nuova riforma del lavoro. Nel corso della sua carriera, infatti, Treu ha dato il nome alla Legge 196 del 1997, conosciuta come Pacchetto Treu – all’epoca era Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale – il cui scopo era proprio quello di contrastare la disoccupazione. Tra le norme regolate ci fu all’epoca il lavoro interinale (era vietato dalla Legge 1369 del 1960), superando quindi le leggi che prevedevano il lavoro a tempo determinato come principale rapporto di lavoro.
“Già le tecnologie e la globalizzazione hanno sconvolto il mercato del lavoro, ora investito anche dalla nuova crisi; da giurista dico che serve una moratoria normativa“, ha spiegato Treu. “Quando inizieremo a vedere chiaro e ad affrontare la ricostruzione del modo di lavorare, non avremo bisogno di un altro Act né tanto meno una legge che sia omnicomprensiva; piuttosto ci serve una costruzione progressiva con il coinvolgimento di vari attori, sull’esempio di come è stata affrontata la sicurezza sul lavoro in questa emergenza”.
riforma lavoro, coronavirus, tiziano treu, jobs act, disoccupazione