Assumere in tempo di Covid: crescere dopo il lockdown
Anche in piena emergenza, ci sono imprese che hanno deciso di assumere nuovo personale.
L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul mondo del lavoro non si è tradotto solo in Smart working, riduzione delle ore lavorate o richieste di Cassa integrazione. Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160mila, nonostante si siano registrati 700mila inattivi in più. In controtendenza rispetto alla contrazione generalizzata, c’è però anche chi ha colto l’opportunità per crescere. E assumere nuovo personale.
Lo sa bene InfoJobs, che dal suo osservatorio privilegiato, composto da 6 milioni di utenti (circa un quarto della forza lavoro italiana), ha seguito da vicino l’evolversi del mercato del lavoro durante e dopo il lockdown. Il primo segnale è stato la corsa a iscriversi al servizio.
“Anche chi stava lavorando ha deciso di guardarsi intorno, non solo perché aveva percepito che i mercati si sarebbero contratti, ma anche perché magari voleva cogliere un’opportunità di cambiamento”, spiega Filippo Saini, Head of Jobs di InfoJobs. “Tanti lavori si sono trasformati, ma non sono evaporati e molti utenti sono andati a caccia di opportunità di lavoro più sicure”.
Il boom delle offerte di lavoro da remoto
La novità del periodo del lockdown è stata l’esplosione delle offerte di lavoro da remoto. Per aiutare gli utenti a destreggiarsi tra gli annunci, InfoJobs ha creato una sezione apposita, che raccoglie tutte le offerte di lavoro in modalità “smart”. “Oggi tutti i player più importanti stano cominciando a immaginare cosa significa gestire dipendenti da remoto e fare scelte anche a livello tecnologico per includere persone un tempo non considerate perché lontane dalla sede di lavoro. La nuova normalità cambierà la modalità di scelta dei lavoratori”. Lo si vede già dagli annunci, nei quali sta scomparendo la tradizionale postilla “residenza entro 10 chilometri”.
Quali sono le maggiori opportunità per chi è in cerca di lavoro? Oltre alla crescente richiesta di professionisti del settore sanitario, è aumentata la domanda di addetti alla grande distribuzione e personale nei settori dell’alimentare, del farmaceutico e della logistica. La quarantena ha segnato anche il boom del delivery e delle imprese tecnologiche specializzate in software per la remotizzazione e cybersecurity. “Non è immaginabile che tutti possano fare uno switch e reinventarsi una nuova professione in linea con le tendenze attuali, ma è importante approfittare di questi momenti per migliorare soft e hard skill”, prosegue Saini.
Non si può, infatti, diventare operatori tecnologici dalla mattina alla sera, “ma si può cominciare a immaginare un percorso di cambiamento compatibile con la propria vita professionale acquisendo nuove competenze”. Il consiglio di Saini è quello di “esserci”: sulle piattaforme dedicate e sui social network. La stessa InfoJobs ha creato di recente una nuova unit con una quindicina di HR dislocati sul territorio come consulenti per aiutare i candidati a migliorare la propria presenza online e riscrivere il curriculum vitae. “Avere un cv aggiornato e ben raccontato è importante tanto quanto rispondere agli annunci”.
Nuovi ingressi per far fronte all’aumento delle vendite
Le aziende in cerca di personale non hanno intenzione di lasciarsi sfuggire i talenti. Già a maggio 2020, Bofrost, azienda specializzata nella vendita a domicilio di specialità surgelate e fresche, era alla ricerca di 300 persone per ampliare la propria squadra. La società puntava a due tipi di figure: venditori, assunti come dipendenti, per visitare a bordo dei mezzi refrigerati della compagnia nuovi e vecchi clienti, e promoter commerciali, lavoratori autonomi incaricati della vendita, con il compito di occuparsi della promozione dei prodotti e dei servizi proposti dall’azienda.
“Sono stati mesi difficili anche per noi che abbiamo continuato a lavorare, perché avevamo ogni giorno le nostre persone sul territorio. Durante il lockdown abbiamo registrato picchi di ordini anche grazie all’online, su cui prima puntavamo meno, avendo un portafogli stabile di clienti”, racconta Daniele Arman, Direttore Risorse Umane di Bofrost. “Dopo la riapertura la crescita non si è fermata, l’incremento delle vendite si sta stabilizzando, ma resta ben oltre quanto pianificato dal budget e dev’essere accompagnato, soprattutto durante il periodo estivo, da una struttura adeguata”.
Soltanto dal 1 maggio al 5 giugno 2020, Bofrost ha ricevuto 6.930 candidature e ha inserito 92 promoter e 68 operatori di vendita. Ai colloqui di persona, la società ha affiancato video colloqui a distanza per un primo screening in sicurezza. “Resta, però, indispensabile respirare l’aria della nostra filiale. È fondamentale che il collaboratore scelga l’azienda”, dice Arman, convinto che si tornerà alla situazione precedente al 2016, quando, anche per colpa della crisi economica ancora in corso, molti ricorrevano a ‘posizioni rifugio’ come quelle offerte da Bofrost.
“Avevamo già predisposto un piano formativo per i responsabili delle filiali che puntava sul monitoraggio costante dei nuovi inserimenti. L’obiettivo è concentrarsi sui Millennial, sui giovani che hanno bisogni ed esigenze diverse rispetto al passato. Adesso siamo aiutati dalla congiuntura del mercato del lavoro, che tratterrà i talenti in azienda, ma è una nostra responsabilità farli star bene e una bella sfida tenerli con noi anche in futuro”.
Fine prima parte
Leggi la seconda parte: Assumere in tempo di crisi, dalla selezione all’onboarding
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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