Dl Agosto, ultima chiamata per la ripartenza
Il decreto legge stanzia 25 miliardi per continuare l’azione di ripresa post Covid.
Ripartenza, ultima chiamata. Con il decreto Agosto, il Governo ha stanziato 25 miliardi di euro per proseguire l’azione di ripresa dalle conseguenze negative dell’epidemia da Covid-19. La misura è contenuta nel decreto legge approvato durante il Consiglio dei Ministri che si è riunito venerdì 7 agosto 2020.
Con questo stanziamento, le risorse complessive messe in campo per reagire all’emergenza arrivano a 100 miliardi di euro, pari a sei punti percentuali di Pil. Il documento, che contiene 109 articoli, è focalizzato su tre ambiti di intervento: il lavoro e il sostegno alle imprese, il fisco, gli enti territoriali.
Misure per i lavoratori e le aziende
Il primo punto, per cui sono stanziati 12 miliardi di euro, ha il pacchetto più ampio di misure. È previsto uno sgravio del 30 % sui contributi pensionistici per le aziende situate nelle aree svantaggiate, e un prolungamento per un massimo di 18 settimane complessive di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga previsti per l’emergenza. Per le aziende che non richiederanno l’estensione dei trattamenti di cassa integrazione verrà riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di quattro mesi, entro il 31 dicembre 2020.
Fino a fine 2020, vengono inoltre escluse dal versamento dei contributi previdenziali, per un massimo di sei mesi dall’assunzione, le aziende che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato, in presenza di un aumento dell’occupazione netta. Per i datori di lavoro che non hanno integralmente fruito della cassa integrazione o dell’esonero dai contributi previdenziali resta comunque il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi, e restano sospesi quelli avviati dopo il 23 febbraio 2020. Queste disposizioni, però, non si applicano in caso di licenziamenti motivati dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa.
Raddoppia il tetto dei fringe benefit
Sul fronte del welfare aziendale, raddoppia la quota dei fringe benefit esentasse, cioè benefit per acquistare beni e servizi di varia natura complementari alla remunerazione principale, che non concorrono alla formazione di reddito da lavoro, che passano dalla quota di 258,23 euro a 516,46 euro.
Sono previsti poi 400 euro per il reddito di emergenza per le famiglie più bisognose e nuove indennità per alcune categorie di lavoratori (tra queste, 1.000 euro per gli stagionali del Turismo, degli Stabilimenti termali e dello Spettacolo). Vengono prorogate per due mesi la Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) e l’indennità di disoccupazione mensile per i collaboratori coordinati e continuativi il cui periodo di fruizione termini nel periodo compreso tra il 1 maggio 2020 e il 30 giugno 2020.
Cinquecento milioni di euro per il biennio 2020-21 vanno invece al Fondo nuove competenze introdotto dal decreto legge 34 del 19 maggio 2020 (decreto Rilancio) per la formazione e per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori. Il fondo riguarda anche le casalinghe, con una dotazione di 3 milioni di euro annui per la formazione e per incrementare le opportunità di inclusione sociale -anche in collaborazione con enti pubblici e privati – delle donne che svolgono attività in ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, per la cura delle persone e della casa.
Sostegno a Turismo, Ristorazione e Cultura
Il decreto legge si occupa poi del Turismo, della Ristorazione e della Cultura, settori tra quelli maggiormente colpiti, con: incrementi del Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali e del Fondo emergenze cinema, spettacolo e audiovisivo; contributi a fondo perduto legati alla perdita del fatturato rispetto al 2019; credito di imposta del 60% del canone di locazione o leasing o concessione; esonero dal pagamento della seconda rata dell’Imposta municipale unica (Imu) 2020 per alcune categorie di immobili e strutture turistico-ricettive, cinema e teatri. Questi ultimi vengono esonerati dal pagamento dell’Imu anche per il 2021 e il 2022.
Vengono rifinanziati alcuni strumenti di supporto alle imprese, tra cui il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per favorire l’accesso al credito attraverso la concessione di una garanzia pubblica. Sempre per le PMI è prorogata la moratoria su prestiti e mutui: dal 30 settembre 2020 il termine viene esteso al 31 gennaio 2021 (al 31 marzo 2021 per le imprese del comparto turistico).
Sono aumentati di 500 milioni gli incentivi statali per chi acquista e immatricola in Italia autovetture a basse emissioni di anidride carbonica.
Fisco e scadenze: tutte le proroghe
Per il secondo punto, che riguarda anche le scadenze fiscali, è stato deciso che le ritenute Irpef sui dipendenti e l’Iva pagate da imprese e lavoratori autonomi, che erano state precedentemente sospese da marzo a settembre, sono per metà rateizzate in due anni e per l’altra metà richieste entro il 16 settembre 2020. Per alcune tipologie di partite Iva – come i forfettari – c’è la possibilità di beneficiare di un rinvio ad aprile del 2021 del pagamento dell’acconto Irpef, se hanno avuto una perdita del fatturato.
Rinvii anche per la data finale della sospensione dei termini dei versamenti da cartelle di pagamento e dagli avvisi esecutivi sulle entrate tributarie (dal 31 agosto al 15 ottobre 2020) e per l’esonero dal pagamento della Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Tosap) e del Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap) al 31 dicembre 2020 per le attività di ristorazione.
Minor costo del lavoro al Sud
Gli interventi per il territorio vedono innanzitutto una decontribuzione del 30% del costo del lavoro al Sud per 3,5 milioni di dipendenti e per i nuovi assunti dalle imprese meridionali.
Per i comuni, in generale, è previsto il raddoppio nel 2021 dei contributi assegnati per piccole opere e messa in sicurezza edifici e territorio. Per le province e le città metropolitane, invece, sono stanziate risorse per la messa in sicurezza delle scuole.
È annunciata l’istituzione di un’Autorità per la laguna di Venezia, che assume le competenze relative alla salvaguardia della città di Venezia e della zona lagunare e al mantenimento del regime idraulico lagunare, tra cui la gestione e la manutenzione del Mose, nonché quelle attribuite al Magistrato alle acque. Nuovi contributi a fondo perduto vanno anche ad altre 28 città d’arte e mete turistiche come Firenze, Roma, Pisa, Rimini, Como.