La rinascita dell’Italia e il virus del contrappasso
Il 2020 segna una soglia simbolica: un arrivo e una partenza. Un anno che ha amplificato problemi e soluzioni, fino al culmine dell’emergenza Coronavirus. Il 2020 ha posto fine a un decennio che ha impattato sulle nostre vite in modo deciso, dove discontinuità e avvento di nuovi paradigmi hanno interessato l’Italia e il mondo intero.
Francesco Morace, sociologo e saggista, il 13 marzo 2020 ha scritto in Rete un post dedicato al Coronavirus, chiamandolo “virus del contrappasso”, che ha raccolto molti consensi. Il post è stato tradotto spontaneamente in cinque lingue e ha fornito un nuovo spunto al libro che Morace stava scrivendo, cioè La rinascita dell’Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate. Il testo vuole sottolineare i tanti paradossi socio-psicologici messi in luce dal contagio, proprio come la fantasia di Dante, nella Divina Commedia, aveva immaginato per i dannati dell’Inferno, condannati a castighi eterni tramite, appunto, la legge del contrappasso.
I contrasti e paradossi da lockdown che intende l’autore sono, per esempio, la qualità del respirare rispetto al rischio di inquinamento, l’imposizione del blocco rispetto alla frenesia produttivista, la bellezza del contatto fisico rispetto alla virtualità dei social, la sensibilità reciproca rispetto all’isolamento, la restituzione del tempo sacrificato, ma con uno spazio ridotto in cui poterlo vivere.
Un nuovo attivismo concreto, complementare a quello digitale
Il test fa un’analisi dello scenario: i Big data, la sharing economy, le fake news e influencer vari hanno fatto la differenza – durante e dopo il lockdown – nella politica, nel business, nella vita quotidiana, marcando un punto di svolta all’insegna del modo digitale. Tutto ciò ha creato nuove possibilità e connessioni vitali, a rischio, però, di un futuro maldistribuito, in cui trovano spazio forme individuali, civili e sociali di azione e reazione, nel bene e nel male.
Per Morace è quindi arrivato il momento di riaffermare la nostra capacità di incidere sul futuro e di assumerci la responsabilità che questo implica, proponendo un percorso di crescita verso un mondo più equilibrato, fatto di attivismo e desiderio di contare, di porsi al centro della scena con la propria presenza autentica, complementare a quella digitale. All’insegna di un’etica e un’estetica aumentate che guardino ai diritti di cittadinanza, proteggano il mondo fisico a partire dalla salute e dall’ambiente, valorizzino le persone in carne e ossa e la loro dignità, utilizzino la potenza dei big data ma senza usarli in modo acritico.
La rinascita dell’Italia: un percorso di rigenerazione
I nuovi Anni 20, quindi, per l’autore saranno un tempo e un luogo di rinascita culturale e innovazione sociale solo se sapremo affrontare la sfida facendo leva su quei valori di servizio e condivisione, verità e fiducia, sostenibilità e intelligenza, profondità e negoziazione, unicità e universalità che da sempre rappresentano le qualità autentiche dell’Italia. Alla rinascita dell’Italia è infatti dedicata l’ultima parte del libro, che descrive un percorso di rigenerazione in otto passaggi, dove il Paese è visto come: laboratorio per trasformare il piombo in oro; approdo estetico; luogo di riconoscimento complesso; scambio inter-generazionale; avamposto del Mediterraneo emerso; protagonista di un nuovo Rinascimento e di altre trasformazioni.
La ricerca del giusto equilibrio, quindi, per Morace dipende da noi, dalla nostra sensibilità e dalla nostra intelligenza. Questa è la direzione imboccata dal libro, che si presenta come una riflessione che, staccandosi progressivamente dagli avvenimenti di cronaca, conduce a scenari futuri con un’Italia migliore, sostenuta da valori condivisi.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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