L’Art management come esperienza per superare le crisi
Nel 1929, 1973, 2008 la frase “una crisi così non si era mai vista!” è stata pronunciata più volte. Il 2020, con un’emergenza sanitaria globale, non fa eccezione. Attualmente, infatti, è in atto una crisi dai caratteri strutturali, che non ha nulla a che vedere con la tradizionale idea di ciclo economico caratterizzata dall’alternarsi di fasi di espansione e recessione.
In più, ogni crisi ha più facce: quella delle famiglie che contraggono i propri consumi, quella delle imprese che devono ripensare se e come crescere. Poi c’è la crisi interna alla produzione di pensiero, di idee e modelli alla base dei possibili modi, in realtà mai scontati e certi, per stare insieme. Lo sostiene Luigi Maria Sicca, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e autore del libro O l’impresa, o la vita. Storie organizzative ed epiche (Egea, 2020).
Il saggio, giunto alla sua quinta edizione, racconta nuove storie manageriali e imprenditoriali di successo e altrettante in campo artistico e musicale. Un traguardo inconsueto per un libro di management, come spiega in un commento al libro Francesco Donato Perillo, Professore di Scienze Formative, Psicologiche e della Comunicazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, oltre che editorialista della rivista Persone&Conoscenze (magazine edito da ESTE, editore anche di Parole di Management)
Sin dalla prima edizione del 2013, infatti, per Perillo questo libro offre a un ampio target di pubblico – studenti, imprenditori, musicisti, manager – un’esperienza viva d’impresa. “Impresa” intesa nella sua radice di senso più profonda: come storie sia di vita personale sia di sfide organizzative dentro o fuori le aziende in senso stretto.
Organizzazioni di successo che hanno saputo affrontare gli imprevisti
Narrazione e Art management si sviluppano nel volume attraverso i protagonisti alla guida di organizzazioni grandi, medie e piccole. Vengono messi a confronto contesti incerti, esperienze variabili, sensibilità e percorsi di studio forse molto lontani tra loro, ma tutti di successo.
Si legge la storia, infatti, di Sea Aeroporti di Milano; Concerto Italiano; Banca Etica; Rossini Opera Festival (Rof); Mad Entertainment; Scuola Musica Fiesole – fondata da Franco Farulli; Laminazione Sottile; Fondazione Teatro di San Carlo; Strega-Alberti Benevento; Società del quartetto di Milano, Ferrarelle, puntOorg International Research Network; Sdn; Synlab International GmbH. E tante altre ancora. Con due cammei: quello di Gennaro Chierchia, Professore di Linguistica della Fondazione Haas della Harvard University, e una lettera all’autore del musicologo Gioacchino Lanza Tomasi.
Con ogni protagonista è stato seguito lo stesso schema narrativo, articolato in quattro tappe: evento che innesca l’azione, impegni ad agire, gestione di una soluzione, valutazione dell’esperienza (qui il percorso potrebbe virtualmente ricominciare, facendo tesoro degli apprendimenti). Una varietà di esperienze che consente, per l’autore, di immaginare il superamento della retorica delle competenze in nome di un’abilità a gestire situazioni impreviste, forti della solidità interna al metodo. In tempi di flessibilità dei mercati del lavoro, infatti, puntare sulla capacità di adattamento è una fonte di vantaggio competitivo.
Soggettività e civilizzazione, fiducia, reti, imprenditorialità, innovazione, simbolo, artefatto, testo e testualità, archetipo. Ma anche scienza, natura, cultura, tecnica e tecnologia, quindi ambiente, suono e risonanza, cambiamento, resistenze, appartenenza o disappartenenza. Sono solo alcune delle parole chiave che si leggono nel libro, ma sono tutte caratteristiche fondamentali per affrontare ogni crisi.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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