La ripartenza in salita del Manifatturiero in Toscana
Il calo rispetto al 2019 resta sopra la media nazionale. E il digitale è ancora lontano.
Turismo ai minimi, export che fatica a rialzarsi. Il Centro studi Confindustria in Toscana prevede una flessione dei fatturati del 38%, rispetto alla media nazionale del 24,5%, e le stime sul Prodotto interno lordo parlano di un crollo dell’11%. L’ultima indagine disponibile sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le imprese italiane, condotta a luglio 2020, colloca la Toscana tra le regioni che più faticano a recuperare terreno, con numeri che restano preoccupanti rispetto ai dati nazionali (-37,7% per il fatturato e -27,9% per le ore lavorate).
Di fronte a questa situazione, qual è la ricetta delle imprese toscane per rilanciare il Manufacturing? A raccontarlo sono le stesse aziende: il 21 ottobre 2020 FabbricaFuturo, il progetto multicanale della casa editrice ESTE di cui Parole di Management è Media Partner, fa tappa – virtualmente – in Toscana. Dopo aver ascoltato le voci delle aziende di Lecco, Bologna, Brescia, Venezia, Marche e Piemonte, tutte raccolte nella sezione “Fabbrica e Futuro?” di Parole di Management, tocca ora alle imprese toscane condividere la loro esperienza nell’era del post Covid.
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Per comprendere i trend macroeconomici del territorio, Parole di Management si è affidata, come già accaduto in occasione delle tappe di Bologna, Brescia, Venezia, Marche e Piemonte ai dati elaborati da Cribis, società del Gruppo Crif e parte del Dun & Bradstreet Worldwide Network, l’alleanza tra fornitori locali di business information.
Secondo l’analisi della società specializzata in informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, nella regione sono 354.380 le imprese attive. La maggior parte dell’attività produttiva è concentrata nella provincia di Firenze, che da sola vanta quasi il triplo delle realtà produttive di ciascuna delle altre province. Nel capoluogo toscano si raccolgono, infatti, 92.573 imprese (il 26,1%). Seguono Pisa (37.202), Lucca (36545) e Arezzo (31.838), mentre restano sotto quota 30mila Prato, Livorno, Pistoia, Grosseto e Siena. Più staccata la provincia di Massa Carrara, con 18.808 imprese.
Solo 20mila aziende ad alta vocazione digitale
Anche per questa tappa, due sono gli aspetti esaminati con più attenzione: la digital attitude e l’internazionalizzazione. L’analisi di Cribis individua il numero di imprese toscane, provincia per provincia, che ottengono ottimi punteggi in entrambi gli ambiti. L’attitudine digitale misura gli investimenti in Digital marketing e per la Digital transformation, ma anche la copertura della banda larga nel Comune in cui ha sede l’azienda e l’utilizzo del canale Internet per il business, sia sotto forma di sito web – purché strutturato, efficace e aggiornato – sia sul fronte dell’attività di ecommerce.
In ambito digitale, poco più di 20mila aziende toscane riescono a raggiungere l’eccellenza. Nella regione appena il 6,2% delle imprese può vantare un’ottima digital attitude: sulle quasi 355mila imprese attive, soltanto 20.717 soddisfano i requisiti per ottenere lo score più alto. Il numero più alto si registra a Firenze, dove hanno sede 6.104 aziende forti sul digitale, che rappresentano il 7,1% di tutte le imprese della provincia. In percentuale, però, fa meglio Siena: le organizzazioni con buona vocazione tecnologica sono 1.913, ma rappresentano l’8% di tutte le imprese della provincia.
Buoni numeri anche a Pisa e Lucca, medaglia d’argento e di bronzo rispettivamente con 2.398 (il 6,8%) e 2.133 (il 6,2%). Si fermano tra il 5 e il 6% le realtà più orientate al mondo del digitale nelle province di Arezzo, Livorno, Pistoia e Grosseto, mentre si scende al 4% a Prato e Massa Carrara.
Firenze la più internazionale, Pisa puntuale nei pagamenti
Numeri simili anche sul fronte internazionalizzazione. In tutta la Regione a ottenere ottimi posizionamenti a livello di apertura all’estero è il 6,2% delle imprese, pari a 20.622 realtà produttive. L’analisi di Cribis tiene conto, in questo caso, di differenti fonti informative, dalle Camere di Commercio a certificazioni e bandi del Mise, dall’appartenenza a un gruppo societario ai rapporti con la Pubblica amministrazione, passando anche per l’uso di social network ed ecommerce rivolti a clienti stranieri.
Capofila resta sempre Firenze, sede della maggior parte delle organizzazioni toscane con i punteggi più alti: 6.084 aziende fiorentine interagiscono con il mercato estero, vendendo i propri prodotti, acquistando da fornitori, trovando fonti di finanziamento o stringendo alleanze con partner stranieri. Appena il 7,1% di tutte le aziende della provincia.
Seguono, in ordine di grandezza, Prato (2.524), Pisa (2.380), Arezzo (2.185) e Lucca (2.054). Prato fa meglio di tutte le altre provincie in termini percentuali: nel pratese le aziende forti sul fronte estero sono il 9,3% di tutte le attività della provincia. Per realtà produttive votate all’internazionalizzazione, ferme sotto quota duemila le province di Pistoia e Siena.
Quanto alle abitudini di pagamento, le imprese toscane sono abbastanza allineate alla media nazionale e fanno meglio delle altre regioni vicine. Il 34,1% salda le fatture alla scadenza, dato conforme a quello nazionale (35%), ma più alto della media registrata tra le imprese del Centro Italia, pari al 31%. In Toscana il 53,9% delle organizzazioni paga entro 30 giorni dal termine e il 12% supera il mese di attesa. Le province più virtuose sono quelle di Pisa, Pistoia e Arezzo, con rispettivamente il 38,9%, il 37,8% e il 37,3% di aziende puntuali alla scadenza. Fanno meglio della media regionale anche Siena, Prato e Lucca. La più ritardataria è Grosseto: solo il 28,7% paga alla scadenza, il 5,6% dopo 30 giorni e ben il 16,7% supera anche questo termine.
Articolo a cura di
Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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