Plasmare la Logistica alla nuova normalità dell’ecommerce
La Logistica deve diventare più flessibile ed essere in grado di lavorare con ordini più piccoli più velocemente.
In questi ultimi mesi l’ecommerce ha avuto un’accelerazione legata alla pandemia di Covid-19. La necessità di effettuare acquisti online, quando i punti vendita erano chiusi e la circolazione aveva subito limitazioni, ha generato un’impennata dei numeri.
Gli ultimi dati disponibili offrono una panoramica sul settore e indicano che nel 2019 ci sono state 3,5 trilioni di dollari di movimentazioni legate all’ecommerce nel mondo, mentre la stima per il 2020 supera i 4 trilioni di dollari. Le vendite online costituiscono il 14% delle vendite totali globali, ma secondo molte previsioni sono destinate ad arrivare al 95% nel 2040. Nel 2016 c’erano 1,5 miliardi di shopper nel mondo, ora si stima ce ne siano 2,5: un quarto della popolazione mondiale fa i propri acquisti online.
Una crescita confermata anche guardando i numeri dell’Italia. Le previsioni per il 2020 stimano le movimentazioni legate all’ecommerce sui 22,7 miliardi di euro, con un incremento del 26% (4,7 miliardi), rispetto all’anno precedente e del 140% rispetto al 2016. La penetrazione nel Retail è aumentata dal 6 all’8%. In alcuni settori, in particolare, l’impennata è stata più evidente: nel Food&Beverage si è registrato un aumento del 56% rispetto al 2019, nell’Arredamento del 30%, nell’Elettronica di consumo del 18%, nell’Abbigliamento del 21% e nell’Editoria del 16%.
Acquisti online, moda del momento o destinata a restare?
Ma quanto di questi incrementi e nuovi comportamenti di acquisto degli ultimi mesi si sedimenterà? A questa domanda ha cercato di rispondere il webinar Ecommerce e nuova normalità: magazzini, trasporti e nuove sfide, organizzato da La Scuola Logistica di Gep Informatica, che ha visto il confronto a distanza tra vari ospiti.
Ormai né i piccoli né i grandi business possono fare a meno dell’ecommerce, ha spiegato Mariangela Vistocco, Retail Vertical Account Manager di Honeywell. Anche i settori dove prima c’era più resistenza verso l’acquisto su Internet, come l’alimentare, hanno subito un’impennata. Quindi, data la situazione, c’è necessità di accelerare per poter rispondere alla crescita della domanda e per organizzare le consegne a domicilio. La manager pensa che non si tratti di una novità portata solo dalla pandemia: la rivoluzione, in fondo, era già iniziata anni fa su Amazon.
Secondo Claudio Cantarelli, Logistic Director di Moncler, invece, solo una parte di questa fase di accelerazione rimarrà consolidata nel comportamento delle persone, soprattutto per settori come Food&Beverage. Un esempio a supporto è quello di aziende che finora sono riuscite a fare forza sul loro marchio per ‘difendersi’, con successo, dall’ecommerce, come modello alternativo che sta funzionando anche in questa fase.
Nicola Borghi, Operation Director di Due Torri Spa, è convinto che parte di questi nuovi comportamenti accelerati dalla pandemia rimarrà, soprattutto nelle nuove generazioni, ormai abituate a ottenere tutto con un clic. Anche Stefano Bianchi, esperto di Logistica e Supply chain management, pensa che difficilmente si tornerà indietro. Ha spiegato che l’emergenza sanitaria ha fatto emergere comportamenti di acquisto latenti che, salvo qualche eccezioni, andranno sempre più in questa direzione, complice anche la diffusione di strumenti elettronici e digitali a disposizione oggi.
Gestire gli impatti della Logistica nel futuro
Vistocco ha ribadito che la Logistica, pur fondamentale per l’ecommerce, è chiamata al cambiamento: deve diventare più flessibile ed essere in grado di lavorare con ordini più piccoli più velocemente. Inoltre, gli store devono avvicinarsi di più all’utente finale e dovranno attrezzarsi per la reverse logistic e per gestire i resi. Anche Cantarelli crede che in futuro qualsiasi punto di logistica a livello mondo servirà per la comunicazione e il contatto con il cliente. Poi, partendo dalla constatazione che l’ecommerce è diventato sinonimo di velocità, ha invitato a una riflessione sulla capacità del sistema di reggere miliardi di spedizioni di singoli pezzi in tutto il mondo e sulla nostra abilità di calmierare questo approccio per evitare un impatto devastante sul Pianeta e sulla nostra vita.
Borghi ha sottolineato la differenza tra la Logistica legata all’ecommerce e quella tradizionale. La prima deve essere più attiva, veloce, abituata a gestire i picchi in tempi brevi, deve offrire un livello di servizio più alto, e maggiore personalizzazione dell’imballaggio; in più, richiede maggiori investimenti, sistemi informatici adeguati, maggiore organizzazione e pianificazione. In breve, non basta un sito per fare ecommerce. Questa è la ragione per cui molte imprese che si sono affacciate alla vendita online, pensando che fosse più facile di vendere in modo tradizionale, hanno fallito.
Bianchi, infine, vede un intensificarsi di viaggi con mezzi, nodi, tratte e reti più piccoli. A suo giudizio il picking sarà la chiave della Logistica del futuro e richiederà una separazione più distinta nei magazzini con la parte destinata allo stoccaggio.