Pagare per lavorare in Remote working

La proposta della Deutsche Bank: una tassa del 5% su chi lavora da casa per sostenere le occupazioni a rischio.

Le persone che lavorano da casa, una volta venuta meno la necessità legata al periodo del lockdown, dovrebbero essere tassate per sostenere i lavoratori la cui occupazione è messa a rischio dalla pandemia. È la proposta avanzata da una ricerca della Deutsche Bank, che vorrebbe sottoporre i lavoratori da remoto ‘per scelta’ a un prelievo pari al 5% del loro stipendio per ogni giorno di attività a distanza.

Gli economisti dell’istituto sostengono, infatti, che la misura non danneggerebbe il dipendente medio, che, lavorando da casa, risparmia già sui costi di trasporto, sui pasti e persino sugli acquisti per l’abbigliamento da ufficio. In alternativa, il report suggerisce che la tassa sia pagata dai datori di lavoro che non forniscono al personale una scrivania permanente.

Deutsche Bank ha calcolato che una tassa di questo tipo frutterebbe circa 49 miliardi di dollari l’anno negli Stati Uniti, 19,8 miliardi di euro in Germania e 7 miliardi di sterline (circa 8 miliardi di euro) nel Regno Unito. Risorse che potrebbero essere utilizzate per finanziare sussidi per i lavoratori con basse retribuzioni che non possono svolgere la propria attività se non in presenza, assumendo tutti i rischi per la loro salute, o per coloro che hanno perso l’occupazione a causa della pandemia.

I remote worker contribuiscono in misura minore all’infrastruttura economica, ma continuano a riceverne i benefici. E questo è un grande problema per l’economia”, ha detto Luke Templeman, autore del report e strategist di Deutsche Bank. “Molte persone non sono impressionate dall’idea di una nuova tassa e alcune hanno letto la proposta come una policy interessante per redistribuire parte dei guadagni maturati inaspettatamente da alcune fasce della popolazione durante la pandemia”.

Fonte: The Guardian

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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