Leader coraggiosi cercasi
Manca solo la conferenza finale, ma il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è pronto. Appena due settimane dopo quello del 4 dicembre 2020, che già decideva le chiusure del periodo di Natale, il 18 dicembre 2020 è arrivato l’aggiornamento di cui tutti parlavano, ma che nessuno voleva ammettere sarebbe arrivato. Non c’è nulla da contestare: si immagina che il Governo, saggiamente consigliato da tutti i consulenti – a partire dagli esperti del Comitato tecnico-scientifico – sia arrivato alla nuova stretta natalizia a ragion veduta. Come già accaduto, però, per capire come comportarsi di fronte alle nuove regole serve consultare le Q&A governative, perché ormai il buonsenso sta girando a largo delle nostre coste…
Prima di apprendere il colore delle varie zone d’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio, ci siamo, tuttavia, dovuti sorbire ogni tipologia di ipotesi (si è letto anche di zona “arancione rinforzata”) con contorno di confronto mediatico e annesse tensioni politiche tra i partiti a sostegno dell’Esecutivo. Il risultato? Giorni di totale incertezza per programmare qualsiasi decisione, con impatti sulla vita aziendale e privata. E ormai non possiamo (vogliamo?) più credere che ciò che si è deciso ora non fosse possibile anticipare all’inizio del mese. Non si era detto che i dati della pandemia devono essere letti come trend e non giorno dopo giorno? Dunque, perché attendere così a lungo?
In Germania – sì, ci tocca sempre prendere Berlino come esempio – qualche giorno fa la Cancelliera Angela Merkel si è presentata al Bundestag e ha spiegato che fosse necessario il lockdown e ha dato appuntamento a gennaio 2021 per capire gli effetti della decisione. Non ha lasciato intendere che, “massì, il lockdown sarà rivisto a breve e sono possibili tutte le deroghe possibili per aggirare le norme” e non ha detto “iniziamo con qualche chiusura e poi vediamo che succede tra qualche giorno”. Ha preso una decisione e l’ha portata avanti. Il tempo dirà se ha fatto bene oppure ha sbagliato.
D’altra parte è questo ciò che si chiede ai leader: prendere decisioni. Non è certo facile, ma nessuno ha mai lasciato intendere che la classe dirigente svolga compiti semplici. C’è una grande corsa a far parte dell’élite, salvo poi rendersi conto che il potere, pur logorando chi non ce l’ha, complica la vita soprattutto a chi lo detiene. La democrazia rappresentativa ha lo scopo di far scegliere ai cittadini i propri rappresentati che, come tali, devono prendere le decisioni. Dietro questa lunga attesa sulle chiusure di Natale fatta di incertezze c’è una gran dose di cerchiobbotismo: siamo italiani, quindi esperti di pace e ci piace restare lontani dalle situazioni di tensione. Così preferiamo provare a non scontentare nessuno. E alla fine si arriverà a scontentare tutti. Anche quelli che il ‘lockdown’, nel loro piccolo, lo stanno facendo dalla primavera per salvaguardare la salute, senza però rinunciare a fare la propria parte in ambito produttivo.
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