Il fattore umano al centro della transizione
Un’azienda familiare su quattro in Italia è a rischio chiusura per problemi finanziari, a causa della pandemia. Lo sostiene l’Osservatorio Aub dell’Università Bocconi, che monitora tutte le aziende italiane che hanno superato la soglia di fatturato di 20 milioni di euro: più della metà (il 65,6%) sono a controllo familiare. Secondo i calcoli elaborati nello studio, il 33% ha una struttura patrimoniale e finanziaria inadeguata, e il 25-30% potrebbe entrare in procedure concorsuali o liquidatorie se non ricorrerà a ricapitalizzazioni con equity esterno.
Il mercato italiano, costituito da una forte presenza di PMI a conduzione familiare, è quindi alle prese con un cambiamento senza precedenti. In questo scenario, il management di Transizione può aiutare le organizzazioni a superare le sfide del momento. “La pandemia ha enfatizzato, o meglio dire accelerato, processi che già erano in atto”, commenta Vittorio Gaudino, Manager di Transizione di CAHRA by Simonelli. “In un contesto di mercato sempre più ‘liquido’ e incerto, il manager è chiamato ad avere un approccio sistemico che possa tener conto di quello che ci circonda e di come evolve”, aggiunge.
La modalità operativa di CAHRA accompagna le aziende nel cambiamento o nella trasformazione per evolvere. “Per me la parola ‘trasformazione’ non ha necessariamente una connotazione negativa. Per esempio anche una crescita troppo veloce e repentina ha bisogno di trasformarsi per rendere questo processo sostenibile nel tempo”, sottolinea Gaudino. “Chiaramente per crescita sostenibile dobbiamo intendere non solo gli aspetti relativi all’impatto ambientale ma anche quelli relativi all’aspetto sociale e di governance dell’impresa”. Le aziende con un contesto familiare costituiscono un target importante per CAHRA, “in quanto la sua missione è accompagnarle lungo il percorso di transizione, non solo con competenze hard, ma con il saper essere all’interno dell’impresa, instaurando una vera e propria alleanza con la proprietà”, dice Gaudino.
Comunicare le sfide e gli obiettivi a tutta l’azienda
Il percorso serve a ridefinire gli obiettivi, le priorità, e a prendere coscienza di dover riposizionare le persone al centro delle proprie scelte, valorizzando i potenziali inespressi già presenti. “Non siamo una società di consulenza o di interim, ma siamo operativi come agenti del cambiamento”, specifica Gaudino. Il manager CAHRA non è mai solo durante la sua missione: può costantemente contare sul team (in Italia è formato attualmente da 14 professionisti) che abbina competenze tecniche di alto profilo con una grande sensibilità manageriale e l’attitudine all’ascolto.
Una volta definiti gli obiettivi della missione con il cliente, vengono successivamente presentati e condivisi con tutta l’organizzazione. “Questa modalità di comunicazione”, spiega Gaudino, “è indispensabile per avviare un percorso di trasformazione capace di instaurare un clima di trasparenza e fiducia collettiva, elementi fondamentali per garantire il successo della missione”.
Il Manager di Transizione definisce insieme all’imprenditore i Kpi che, durante il percorso, permettono di capire lo stato di avanzamento della missione. Questa misurazione non sarà unicamente focalizzata su dati di tipo quantitativo ma verrà esaminato anche il livello relazionale e l’alleanza tra il Manager di Transizione e il cliente. “Seguendo l’approccio CAHRA, le risorse presenti in azienda vengono talmente coinvolte e responsabilizzate nella definizione delle soluzioni da implementare e nei processi decisionali, da diventare ingranaggi di quel meccanismo chiamato cambiamento.”
La forza del gruppo è la priorità dei Manager di Transizione
CAHRA è presente nel mercato italiano da circa due anni. L’offerta tailor made dell’azienda si è ampliata anche tenendo in considerazione l’incremento delle richieste di intervento da parte delle PMI che, in fase di pandemia, si sono trovate a fare i conti con i malfunzionamenti di organizzazioni spesso poco strutturate. “In futuro vogliamo avvicinarci a molte PMI, quindi avremo necessità di collaborare con più Manager di Transizione, mantenendo comunque le caratteristiche di un lavoro di team”, anticipa Gaudino.
Il manager crede fortemente che il futuro appartenga alle realtà che hanno posto le basi per una crescita sostenibile, in chiave ambientale e sociale. Questo è uno dei motivi che ha portato Gaudino ad abbracciare la filosofia di CAHRA. Nato in Belgio, dove è vissuto fino al 1989, si è trasferito in Italia lavorando sempre a fianco di imprenditori nella gestione di imprese multinazionali e nella trasformazione organizzativa. La sua carriera è stata sempre caratterizzata da una forte propensione al cambiamento, che ha realizzato entrando in CAHRA.
“Ho capito che la vera ricchezza di un’azienda è il valore umano: su questo ho fondato i miei principi, quali la trasparenza, la fiducia e l’apertura. Il tutto accompagnato da una forte resilienza e self confidence. Ho scelto CAHRA proprio perché rispecchia e incarna tutto ciò in cui credo”, racconta.
L’approccio strutturato della società, insieme con l’affidabilità della squadra e l’attenzione alle persone presenti nell’organizzazione, rappresentano – secondo la visione di Gaudino – una valida risposta alle criticità con cui ogni giorno le imprese si confrontano.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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