Smart working, welfare e recruitment: il 2021 degli imprenditori
Incentivare il lavoro da casa. Introdurre servizi aziendali di supporto psicologico. Attrarre talenti con certezze e prospettive. Questi i trend positivi indicati dai datori di lavoro italiani per il 2021. A questi però si aggiunge una generale cautela nel guardare al futuro e poca fiducia nella capacità di aumentare i salari. Mentre nel mondo è ottimista un dipendente su due, meno inclini a facili entusiasmi si sono dimostrati i datori di lavoro italiani (33%), francesi (40%) e tedeschi (38%).
I dati sono emersi da un’indagine commissionata da Indeed e stata svolta da CensusWide a novembre 2020 con metodologia Cawi. Ha coinvolto più di 17.500 persone in Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Irlanda Messico, Brasile, Stati Uniti, Australia, India, Singapore e tra cui 3.500 datori di lavoro e 14mila lavoratori.
Flessibilità e possibilità di lavorare da casa rimangono un trend stabile per più del 50% dei datori di lavoro italiani. Addirittura il 7% comincia a ipotizzare la dismissione parziale degli spazi di lavoro o destinati a ufficio. Cresce anche la sensibilità in materia di supporto psicologico, con il 27% delle imprese che pianifica di introdurre delle misure dedicate. Invece i salari difficilmente si muoveranno: solo il 23% crede di riuscire a garantire aumenti salariali, percentuale non distante dai vicini francesi (25%) e tedeschi (27%). Infine, nel 2021 rimane predominante l’interesse per le misure per prevenire il contagio da Covid-19: distanziamento sociale (43%), utilizzo di mascherine e sanificazione (44%), impiego di schermi in plexiglass (33%) e misurazione della temperatura (38).
Recruitment avanti anche in pandemia
Anche se il 18% dei datori di lavoro ha affermato di mantenere una politica di blocco delle assunzioni, molti di più sono quelli che hanno risposto di proseguire con le attività di recruitment (57%). Più nello specifico, il 18% ricercherà solo per ruoli chiave; il 22% non modificherà in alcun modo i propri piani; il 17% sta valutando di assumere di più rispetto a prima.
Con la pandemia sono cambiati anche gli incentivi con cui attirare nuovi talenti. I migliori strumenti che le imprese ritengono di poter usare per incentivare le offerte di lavoro sono la sicurezza del lavoro (40%), una prospettiva positiva di evoluzione del business aziendale (28%) e l’offerta di un chiaro percorso di carriera (29%). Molto meno considerato l’aumento salariale (19%). Finché l’emergenza sanitaria rimarrà attuale è considerato importante anche poter garantire il rispetto di salute e sicurezza sul posto di lavoro (25%).
“Nonostante si arrivi da un anno molto difficile, le aziende non si arrendono. In Italia, sia le imprese sia le persone in cerca di lavoro, sono state incredibilmente resilienti. Hanno continuato ad affrontare le sfide adattandosi a un contesto in continua evoluzione. Con l’introduzione dei vaccini, possiamo aspettarci maggior ottimismo da parte dei datori di lavoro per piani a più lungo termine. La maggior parte dei datori di lavoro porterà avanti le attività di recruitment consapevole dell’importanza di investire su talenti e competenze per fare fronte alle sfide del mercato e questo è un segnale positivo”, ha affermato Dario D’Odorico, Responsabile per il mercato Italia di Indeed.com.
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