Il pensiero generativo che porta al cambiamento
Quando il sistema economico si fonda sul concetto di Homo homini lupus, con il pesce grande che mangia il pesce piccolo, le conseguenze sono disparità e disuguaglianze sociali.
La soluzione? Un management che guardi alla realtà, seguendo una filosofia finalmente alla portata di tutti, abbandonando la sfera dei massimi sistemi e riprendendo una dimensione più umana e generativa. È questo il pensiero alla base alla community chiamata “Homo generativus”, nuovo progetto nato dalla comunione d’intenti tra una società di consulenza e un formatore e comunicatore che puntano a creare un’economia prosperosa perché altruista.
A muovere Luca Valdonio, facilitatore e autore del libro L’organizzazione generativa, e Personnel Organization, azienda di ricerca e selezione di profili specialistici e di Middle manager, è la convinzione di assistere a un’emergenza culturale la cui soluzione affonda le radici nell’Ottocento, ma che non riesce a uscire dall’emergenzialità a causa dell’attitudine sistemica della società. “I primi tentativi di economia civile risalgono a due secoli fa, ma si parla sempre di massimi sistemi non coinvolgendo a livello personale la platea. I discorsi vertono sulla necessità di orientare l’economia alla persona, ma il discorso non si evolve”, spiega Valdonio.
Valdonio ha quindi trovato in Valeria Pruzzi e in Alessandra Puccetti Maillard di Personnel Organization due interlocutrici interessate al nuovo approccio generativo, perché in linea con i valori dell’azienda, tra cui il benessere organizzativo connesso alle scelte aziendali. “La nostra natura è di accompagnare le organizzazioni nello sviluppo di ciò che serve per essere efficaci, efficienti in linea con i valori che abbiamo consolidato, ovvero con un modello organizzativo incarnato dai concetti dell’Homo generativus di Valdonio”, specifica Pruzzi.
“Bene comune” e “condivisione” come nuove parole chiave
Mettersi in gioco come individui, curare il bene comune e non solo il proprio tornaconto, uscire dall’egocentrismo della sopravvivenza individuale: sono questi i principi che fondano il concetto di Homo generativus, “una sfida che il nuovo essere umano lancia a due modelli precedenti”, come racconta Valdonio. “Essere Homo economicus e Homo homini lupus significava curare esclusivamente il proprio profitto. Il capitalismo speculativo degli ultimi 50 anni lo conferma. Se ci pensiamo, i Paesi più sviluppati sono anche quelli con più disuguaglianze sociali e disagi. Quella dell’Homo generativus è quindi un’idea per percepirci come donne e uomini generativi, intendendo la generatività come la capacità di ciascuno di offrire il proprio contributo nel processo di uscita dall’egocentrismo della sopravvivenza, orientandoci invece a un bene collettivo”.
Da questa metafora biologica sull’autoconservazione della specie Valdonio ha, quindi, individuato un paradigma culturale quotidiano nel quale tanto gli individui quanto le organizzazioni spingano alla continuità e al futuro tutte le proprie opere, “perché è nella nostra natura di esseri umani”, prendendosi cura di se stessi per tutelare il bene superiore, tornando a desiderare e sognare, uscendo dalle certezze e dalla staticità e riconoscendo la necessità di un “noi”, poiché “da soli non generiamo nulla”: “È nella diversità e con gli altri che si genera qualcosa”, continua l’esperto.
Un paradigma, questo, condiviso da Personnel Organization, che insieme a Valdonio ha scelto di fondare la community per professionisti (e non solo) proprio su esso, per far sì che le organizzazioni passino dall’io al noi. “Per farlo, tuttavia, è necessario ripensare i processi e le modalità di governance”, chiarisce Pruzzi. “Un esempio: i processi decisionali in ottica generativa richiedono metodologie per consenso che vanno comprese, sperimentate, vissute, e che sono molto differenti dalle modalità decisionali che lavorano sul rango, sul privilegio, sulla competizione interna e sulla gerarchia. Bisogna quindi riconsiderare i modelli di comunicazione e di leadership”.
“Homo generativus – Un’umanità nuova”: gli intenti della community su Facebook
La community ideata da Pruzzi, Puccetti Maillard e Valdonio, il cui lancio è previsto per il 12 marzo 2021, sarà accessibile su Facebook prima su invito e poi a tutti, in un’ottica di apertura totale per promuovere scambio tra i professionisti e le professioniste che hanno ruoli fondamentali nell’organizzazione delle aziende e delle società. Non mancherà una landing page su cui i fruitori troveranno tutte le informazioni dedicate agli eventi per la community. “Il gruppo”, affermano, “nasce con il desiderio di coinvolgere le persone individualmente, soprattutto quelle che hanno ruoli organizzativi, per creare un collante di esperienze e pensieri costruendo e attivando pratiche di cambiamento”.
Dopo una prima selezione di contatti nelle proprie reti (coinvolgendo consulenti, imprenditori, professionisti, manager e driver di aziende di tutti i generi, profit o no profit), Personnel Organization e Valdonio vogliono ampliare la platea, puntando agli uomini e alle donne che guidano organizzazioni e persone, per originare il cambiamento partendo dall’alto. “L’obiettivo è apertura assoluta: siamo pronti ad ospitare tutte le persone che vogliono avvicinarsi a questo paradigma evolvendo nella propria vita, al di là del ruolo”.
Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.
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