Raccontare il mobbing oltre la teoria

La produttività di un lavoratore cala del 70% per problemi di ansia, aumentano i disturbi psicosomatici e l’assenteismo. Sono solo alcune conseguenze del mobbing, cioè un fenomeno di prevaricazione, vessazione, persecuzione nei confronti di un collega o subalterno. Il tema è antico, ma viene studiato solo da pochi anni in profondità. Probabilmente perché l’inquadramento del mobbing è difficile, specie se osservato con lenti esclusivamente accademiche. Ne sono consapevoli gli autori dei contributi raccolti nel libro Mobbing. Narrazioni individuali e organizzative, recentemente pubblicato da Giovanni Nolfe, Responsabile della Struttura Centrale di Psicopatologia da Mobbing e Disadattamento Lavorativo dell’ASL Napoli 1 centro, e Luigi Maria Sicca, Professore ordinario di Organizzazione aziendale, Comportamento organizzativo e di Organizzazione strategica delle Risorse Umane all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Nolfe e Sicca, infatti, propongono molteplici prospettive intorno al fenomeno studiato offrendo un confronto interdisciplinare tra studiosi e professionisti di provenienza e settori eterogenei. Con un obiettivo: l’intreccio tra la visione delle discipline aziendali e quella delle scienze psicologiche. “Un intreccio in grado di risarcire il mobbing per propria natura ‘invisibile’ e solo da pochi anni riconosciuto anche in sede istituzionale”, commentano gli autori.

Il volume si articola in due sezioni: la prima si apre con contributi di marca psicoanalitica e continua con le prospettive giuridiche, politiche e aziendali; la seconda contiene invece tre storie, rese rigorosamente anonime, raccolte tra i pazienti della Struttura Centrale di Psicopatologia da Mobbing e Disadattamento Lavorativo dell’ASL Napoli 1. Ancora una volta il punto di vista psicologico e quello aziendale si annodano, ma attraverso il potere della narrazione che fa conoscere i contesti e chi li abita, a patto che le storie si sappiano interpretare.

Questo è il punto ripreso anche nella prefazione di Barbara Czarniawska, che rimanda alle esperienze di umiliazione studiate dall’accademico e saggista israeliano Avishai Margalit nelle sue ricerche sull’etica della memoria. Allo stesso modo la postfazione di Barbara Poggio, prorettrice all’Università degli Studi di Trento, fa riferimento alla dimensione individuale e organizzativa del mobbing con queste parole: “L’auspicio è che si possano sviluppare ulteriori traiettorie di ricerca e di intervento in chiave narrativa per approfondire la conoscenza e la resistenza nei confronti di questo grave – ma spesso invisibile – fenomeno di sofferenza e emarginazione”.

Luigi Maria Sicca, mobbing, Narrazioni individuali e organizzative, Giovanni Nolfe


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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