Papà più presenti (e produttivi) con lo Smart working
Sappiamo bene che il ‘mestiere’ di genitore è molto difficile. Nell’ultimo anno, alla luce della pandemia, lo è stato ancora di più. Anche per i papà, così come per le mamme, non è stato semplice coniugare le esigenze familiari con quelle lavorative, spesso adempiute da casa. La Didattica a distanza, la famigerata Dad (che ha una assonanza con l’inglese dad, papà, che oggi fa un po’ sorridere…) non è stato solo patrimonio femminile. Anzi, questa necessità di conciliazione familiare ha contribuito a modificare gli equilibri e i rapporti di genitorialità.
In occasione della festa del papà 2021, l’indagine dal titolo Smart working e paternità: come i papà stanno affrontando il lavoro da casa, svolta dalla società di head hunting R-Everse ha approfondito il tema, ancora poco dibattuto, indagando la portata dei cambiamenti introdotti dalla pandemia nelle vite dei padri. È emerso che il Covid-19 non ha portato solo le tragiche situazioni di cui tutti noi abbiamo ampia consapevolezza, ma anche aspetti positivi: per esempio, le restrizioni cui siamo stati sottoposti hanno reso necessario trascorrere più tempo all’interno delle mura domestiche, con effetti concreti nel rapporto genitore-figlio e nella work-life balance.
I dati dell’indagine confermano che il cambiamento nel modo di lavorare è stato drastico. Prima della pandemia, infatti, ben il 57% degli intervistati non aveva mai sperimentato il lavoro da remoto e solo il 4% lo viveva in modo stabile. Anche dopo la fine del lockdown più stringente del 2020, questa modalità di lavoro è rimasta presente nelle vite professionali di molti e, come è stato scritto più volte anche su questo quotidiano, anche se è difficile fare previsioni, gli esperti assicurano che resterà molto utilizzata.
Il rapporto padri e figli e l’importanza del work-life balance
La survey ha evidenziato in particolare gli effetti della pandemia e della necessità di lavorare da casa sul rapporto tra padri e figli. Il 71% dei papà intervistati ha dichiarato un cambiamento nel rapporto con i propri figli. Esso è stato positivo per il 63% di essi: un dato confortante sia per le famiglie sia per le aziende: sappiamo che il work-life balance è molto importante per il benessere dei lavoratori e per la loro produttività.
La Dad, come dicevamo, ha avuto un peso notevole su questi equilibri. Sulla totalità degli intervistati, infatti, il 50% ha dichiarato di aver aiutato i figli in questa attività: il 38% se n’è occupato in parte, alternandosi con la mamma, mentre l’11% se n’è occupato interamente in prima persona. L’altra metà degli intervistati non ha avuto necessità di supporto, oppure si è affidata ad altre persone. Dall’indagine è emerso, dunque, che i padri italiani sono per la maggior parte soddisfatti dell’equilibrio che, nonostante la difficoltà del momento, sono riusciti a creare tra vita privata e lavorativa: un risultato importante per loro, per le loro famiglie, ma anche per le aziende. L’indagine ha evidenziato, infine, come questo equilibrio debba essere necessariamente supportato anche dall’intervento delle istituzioni. Per favorire una migliore conciliazione vita-lavoro sono state varate misure che, si auspica, possano svilupparsi ulteriormente.
A tal proposito, per capire cosa si potrebbe fare meglio, anche dal punto di vista delle iniziative del Legislatore, la ricerca ha indagato su quali siano gli ambiti suscettibili di miglioramento. Le risposte degli intervistati riguardano principalmente gli orari di lavoro flessibili (29%), una legislazione più attenta alla paternità (26%) e la possibilità di usufruire dello Smart working più frequentemente (18%). Tra chi ha risposto “altro” troviamo suggerimenti proprio relativi all’attenzione delle istituzioni su questo tema e sulla formazione degli insegnanti, perché si possano destreggiare al meglio in questo nuovo modo di fare scuola. Tutti argomenti fondamentali, di cui i nostri decisori dovrebbero tenere conto, in ottica collaborativa per il benessere sociale.
Bolognese, giornalista dal 2012, Chiara Pazzaglia ha sempre fatto della scrittura un mestiere. Laureata in Filosofia con il massimo dei voti all’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Baccelliera presso l’Università San Tommaso D’Aquino di Roma, ha all’attivo numerosi master e corsi di specializzazione, tra cui quello in Fundraising conseguito a Forlì e quello in Leadership femminile al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum. Corrispondente per Bologna del quotidiano Avvenire, ricopre il ruolo di addetta stampa presso le Acli provinciali di Bologna, ente di Terzo Settore in cui riveste anche incarichi associativi. Ha pubblicato due libri per la casa editrice Franco Angeli, sul tema delle migrazioni e della sociologia del lavoro. Collabora con diverse testate nazionali, per cui si occupa specialmente di economia, di welfare, di lavoro e di politica.
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