Serve una nuova mentalità per lo Smart working
La Road to be interactive è un viaggio che abbiamo già cominciato a percorrere. Le fondamenta già ci sono e sono insite nella natura umana e nell’essenza stessa del lavoro. Da una mappatura effettuata da Altea Federation è infatti emerso come ogni persona lavori in autonomia per più del 40% della giornata, dividendo il tempo restante tra meeting e attività di coordinamento dei team. In altre parole: gran parte delle ore lavorative si passano a gestire le relazioni. E se prima il confronto avveniva tra le scrivanie, ora si è trasferito sullo schermo di ogni device. Con quali strumenti? Le interazioni non vivono sui sistemi informativi – ERP, per esempio – ma sfruttano i canali di collaborazione, le videoconferenze e tutte le soluzioni che arricchiscono il sottobosco digitale e virtuale delle aziende.
Fondamentale, in questo panorama, è cambiare la cultura e il modo di pensare all’interno delle aziende, per ridefinire i team e le relazioni e per rinnovare davvero le organizzazioni avendo chiaro il livello di digitalizzazione delle persone coinvolte. Nextea, Managing Consulting Company di Altea Federation, in partnership con Flavio Bordignon (Managing Partner di Fall Winters e ideatore del framework Interactive organization), ha lavorato proprio a questo mindset-change quando ha deciso di proporre alle imprese il nuovo modello organizzativo: Road to be interactive è la strada per valorizzare l’intangibile, per semplificare le interazioni, in una nuova era nella quale il lavoro da ogni luogo si prospetta come il presente e il futuro.
Perché, come chiarisce Laura Massironi, CEO di Nextea, “la best practice vale sul processo, ma poi va calata sulle persone. Le direzioni possono pensare a percorsi di engagement per fidelizzare i dipendenti o a progetti di rewarding per valorizzarli, ma si tratta di pratiche perfette in linea teorica che vanno poi gestite con continuità per renderle normalità”. Da qui la nuova proposta: “Un approccio olistico alla trasformazione delle modalità di lavoro, che abbraccia il cambiamento di mentalità e che viene abilitata da un uso sapiente delle potenti piattaforme tecnologiche”.
Identificazione, semplificazione e flessibilità
Il cuore del modello e punto di partenza sono proprio le interazioni fra le persone, che vanno innanzitutto intercettate, come spiega Laura Massironi. Si tratta infatti di gesti quotidiani e all’apparenza banali che è necessario mappare e ridisegnare: gestire i team, rispondere alle email, condividere file, aggiornare i gestionali… Siamo certi di farlo nel modo più efficace? Per esempio, si pensi alla gestione del CRM: “Spesso inseriamo le informazioni per seguire i singoli step logici, oppure chiusa addirittura la trattativa, ma tutto il flusso informativo precedente e seguente continua ad avvenire su posta elettronica, telefono, meeting che non sono tracciati dal sistema. Perché siamo abituati a usare i gestionali con logica di strutturazione delle attività ‘di processo’ tralasciando quelle ‘di interazione’, che invece contribuiscono in modo totale al completamento dell’intero iter.” Ecco allora che la CEO di Nextea suggerisce, per prima cosa, di “identificare le interazioni, per poi integrarle in una mappatura che porti alla luce processi e attività da migliorare o anche da automatizzare”.
Per giungere a quest’efficienza relazionale e digitale e per rispondere ai nuovi bisogni del lavoro da ogni dove non c’è un percorso granitico e definito né una regola uguale per tutti: le aziende possono essere a diversi gradi di maturità nell’applicazione del modello e possono quindi scegliere la direzione prioritaria da seguire per migliorare in flessibilità e prontezza alle sfide. Da qui l’aiuto della consulenza Nextea che agevola e sostiene le aziende in questo percorso.
ExO, resilienza e Digital mindset: elementi chiave di Road to be interactive
Road to be interactive è uno dei programmi strategici di Altea Federation e accoglie diversi contributi dalle più innovative discipline e metodologie organizzative. Per esempio, Exponential organization (ExO), da cui deriva concetti fondativi e forze abilitanti per far crescere l’azienda grazie a tech trend in forte accelerazione calati nei modelli operativi. Il tema della resilienza è invece veicolato da Nextea con il suo Adaptive resilience model, pensato per preparare il management e l’organizzazione a vivere nell’era dell’incertezza, analizzando il contesto con visione prospettica su rischi e opportunità, con strumenti di simulazione per elaborare scenari futuri. E poi si arriva all’aspetto più umano di questa trasformazione, per lavorare sul Digital mindset delle persone, una cultura digitale a misura d’uomo: l’atteggiamento proattivo, la curiosità e la capacità di adattamento sono muscoli di intelligenza emotiva da allenare, per vivere meglio la condizione di new normal e ottenere performance personali e professionali migliori.
Road to be interactive è quindi un percorso verso modelli di business resilienti ed evolutivi per le organizzazioni, pensato per tutte le imprese, perché “l’approccio è così ampio da risultare ottimo per tutti quelli che vogliono pensare al lavoro agile non solo a livello tecnologico e distribuito, ma con un’accezione più ampia”, continua Massironi. Insomma, non è lo Smart working inteso come il ‘dove’ si lavora, ma declinato come ‘lavoro agile e interattivo da ogni luogo’: “Perché non basta dotare le persone di strumenti se non le si accompagna con percorsi mirati di cultural fit”.
Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.
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