Meno codice e più AI, piattaforme user friendly per il workflow

Il lavoro riprenderà. Ci si riapproprierà degli spazi professionali e si ridisegneranno i processi. Ma come vi si tornerà e come ci si adatterà è tutto da vedere. Primaria, certamente, sarà nel futuro prossimo la semplificazione dei flussi di lavoro, insieme con l’adozione di nuovi strumenti che, in parte sperimentati durante il lavoro da casa, potranno facilitare le relazioni. Ed è proprio sul workflow che si concentra ServiceNow, piattaforma di digitalizzazione per semplificare lavoro e flussi e per connettere dipendenti, processi e tecnologie. Di recente l’azienda di Santa Clara in California ha presentato Quebec, ultima release della sua soluzione che vuole rispondere alla nuova realtà, dal momento che “nei tempi più bui nascono le più grandi idee”, come ha annunciato Chris Pope, Innovation VP di ServiceNow.

Innovazione, agilità e produttività sono i termini attorno ai quali i programmatori hanno sviluppato Quebec, che rispetto alle precedenti piattaforme promette maggiore utilizzo di Intelligenza Artificiale (AI) e un’implementazione delle funzioni low code e no code per lo sviluppo di App interne.

Gestire i task quotidiani e saltare tra le App, le mail e i tool per la conversazione come Slack o Teams, i meeting su Zoom: le giornate lavorative si configurano ormai in questa maniera e la nuova soluzione vuole concretamente supportare i dipendenti, che devono essere sempre al centro. “Personalmente amo molto il fatto che Quebec renda le cose meno complicate, che permetta di individuare ed eliminare i processi errati e che porti a termine i lavori più velocemente ed efficacemente digitalizzando i processi e l’organizzazione e rendendo i team più produttivi”, ha continuato Pope.

App progettate per snellire i nuovi processi di lavoro

Alla piattaforma di ServiceNow si aggiunge, con la nuova soluzione, Creator Worflows, strumento per la creazione di applicazioni da configurare senza per forza conoscere il coding e senza avere esperienza di UX design, per rendere tutto più fruibile da dipendenti e clienti. Con template preimpostati e automazione intuitiva (attraverso l’App Engine Studio e l’App Engine Templates) si facilita la creazione di App per specifiche aree e situazioni, nonché per le emergenze contingenti (come i protocolli improvvisi per il Covid, con alert e report personali).

“Tu lo disegni in maniera molto semplice e veloce, attraverso un drag and drop di template e layout con diverse sezioni. Lavorare su Quebec richiede di certo un minimo livello di conoscenza, ma grazie ai template e alle componenti riutilizzabili il tempo di apprendimento dei processi e di costruzione si riduce”, ha specificato Pope. “Certo, le sezioni più ‘rifinite’ sono da configurare (per esempio le notifiche per i dispositivi mobili), quindi c’è una buona parte di low code, ma il rapporto low code vs no code è buono, numericamente direi 70-30. Sarebbe bello arrivare al 100% di no code, ma credo sia un obiettivo per ora irraggiungibile per soddisfare le necessità dei clienti”.

A tutto questo si aggiungono altre soluzioni: il Process Optimization, per individuare gli errori e risolverli immediatamente; la Workflow Optimization, per capire in tempo reale come stia andando il lavoro, come i team lavorino e se in azienda siano presenti le skill necessarie ai progetti; e l’Engagement Messenger, per integrare le piattaforme di chatting esterne e abilitare ricerche attraverso un’AI più semplice e umana, con un linguaggio naturale che riconosce ciò che cerchi in base alle diverse esperienze.

Molte delle App proposte guardano inoltre ai tempi attuali, come per esempio il Reservation management per prenotare e riservare le sale riunioni, le scrivanie (in previsione di un lavoro più agile e meno statico), il catering e gli eventi, oppure il Visitor management, per rendere più semplice il check in degli ospiti preparando in anticipo l’accesso con badge e anticipando lo screening della temperatura e dello stato di salute.

Intelligenza artificiale, ServiceNow, workflow, Quebec


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Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

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