Logistica sotto scacco: il lavoro umano vince sul digitale
La portacontainer Ever Given, di proprietà di un armatore giapponese, si è incagliata il 23 marzo 2021 bloccando il traffico del canale di Suez. Dal canale costruito 150 anni fa transita il 12% del commercio mondiale e passa da lì il 40% dell’import-export italiano per un valore di circa 82,8 miliardi di Euro.
Sulle cause dell’incidente non c’è chiarezza: l’ipotesi più accreditata riporta di una tempesta di vento e sabbia che avrebbe spinto la portacontainer a incagliarsi, ma non si esclude l’errore umano. Nel frattempo si fa strada anche l’ipotesi meno attendibile del complotto, ma entrare nel sistema informatico e modificare le rotte “si può fare”, direbbe Mel Brooks.
In attesa che i rimorchiatori tentino di smuovere un colosso lungo 400 metri e largo 59 e si lavori per rimuovere 20 mila metri cubi di sabbia che tengono in ostaggio la nave, cosa succede al commercio mondiale? Il prezzo del greggio è già lievitato del 5%, le quotazioni dei container sono quadruplicate e c’è chi ha già deciso di fare rotta sul Capo di Buona Speranza. La rotta di Vasco da Gama resta l’unica alternativa, anche se bisogna mettere in conto i costi di carburante e un viaggio che richiede dai 12 ai 20 giorni in più per un totale di 255mila euro al giorno da mettere a budget rispetto a quanto preventivato.
Sono oltre 320 le navi in attesa e quando le operazioni per consentire alla Ever Given di riprendere la navigazione saranno terminate, ci sarà un altro problema da affrontare: le liste di attesa per sbarcare le merci nei porti. Il Porto di Genova è già in pre allarme, considerando che l’operatività è rallentata anche causa Covid.
Ecco la dimostrazione plastica del butterfly effect, una tempesta di sabbia nel canale di Suez blocca le forniture di componenti per l’industria manifatturiera italiana e internazionale. Avere delocalizzato la componentistica con obiettivi zero scorte evidenzia qualche limite.
Non di sole App (e tecnologia) vive il lavoro
Questo evento ci può far riflettere in merito al mondo digitale, e ai business digitali che, come ha sottolineato sottolineato Gianmario Tondato Da Ruos, Group Chief Executive Officer di Autogrill, nel corso del prologo online de Il Convivio di Persone&Conoscenze, evento di cui Parole di Management è stato Media Partner,, rischiano di alterare e anche di distorcere, la visione del mondo.
Accanto a Intelligenza Artificiale e big data, che stanno certamente cambiando il nostro modo di vivere e stanno modificando la percezione stessa del mondo, c’è però un mondo fisico, un business fatto di manifattura e servizi che hanno a che fare con la produzione, lavorazione e trasformazione e consegna di beni. Considerando che siamo la seconda manifattura d’Europa non dovremmo scordarcelo.
Grazie alle tecnologie digitali si aprono immense opportunità, ma queste sono collegate al nostro mondo fisico, umano. Dietro a una App di food delivery, c’è un rider. Dietro all’acquisto su una piattaforma c’è del lavoro umano, che smista e consegna. A manovrare scavatrici e rimorchiatori nel disperato tentativo di disincagliare la nave, ci sono delle persone. E non si trovano in qualche luogo imprecisato ‘onlife’. Stanno affondando nella sabbia del deserto cercando la soluzione a un problema che nessuna tecnologia digitale sarebbe in grado di risolvere. L’arrivo della marea sì, quella può fare la differenza. Ma non c’è App che la governi.
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