L’inclusione passa dalle pari opportunità di accesso alle discipline scientifiche
A oggi i ragazzi sono più propensi a intraprendere un percorso tecnico-scientifico rispetto alle ragazze. A riguardo, anni di convinzioni indotte (e certamente discutibili) su una maggiore inclinazione dei primi rispetto le seconde verso le discipline STEM (noto acronimo che raggruppa Science, Technology, Engineering and Mathemathics) hanno portato a una disparità di genere in questo ambito, con la maggior parte delle studentesse che sceglie percorsi umanistici all’università.
Non per altro, per esempio, Rita Levi Montalcini è stata l’unica italiana ad aver vinto il Premio Nobel in ambito scientifico. Inoltre, secondo i dati Onu più recenti, meno del 30% delle persone nel mondo che si occupano di Ricerca scientifica appartiene al genere femminile. Eppure, attualmente, sono diverse le ‘donne della scienza’ rinomate: nel caso dell’Italia, si pensi a Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia spaziale europea; oppure a Fabiola Gianotti, Fisica e Direttrice Generale del Cern di Ginevra.
Nonostante le evidenze e i (precari) passi avanti degli ultimi tempi in tematiche di inclusione, in particolar modo rispetto alla parità di genere, il Report gender gap relativo alle facoltà STEM del 2020 stilato da Assolombarda mette in luce come esistano ancora forti resistenze culturali e di genere. In dettaglio, dall’anno accademico 2017-18, in cui c’era stata l’illusione di un miglioramento, il numero delle ragazze iscritte alle facoltà STEM è poi rimasto invariato al 18,3%. Negli ultimi cinque anni i ragazzi che hanno scelto facoltà scientifiche sono cresciuti del 7,8%, mentre le ragazze si sono fermate al 6,9%. In generale i dati dimostrano che le donne iscritte alle facoltà STEM sono il 37% del totale, a fronte di un 63% che ha preferito discipline di altra natura.
Alla luce di questi numeri, si evince che la parità è ancora lontana. È necessario, a questo proposito, un ripensamento dei modelli consolidati, partendo da una formazione che indirizzi, senza distinzione di genere, verso lo studio di materie scientifiche, così da avere pari opportunità di accesso ai percorsi tecnico-scientifici e la conseguente riduzione del gender gap. È per questo motivo che il Comune di Milano ha organizzato la quinta edizione della maratona #STEMinthecity 2021 dal titolo Naturalmente STEM. Per un futuro sostenibile e digitale, un’iniziativa organizzata in collaborazione con realtà del settore pubblico e privato e con il supporto dell’Onu, con l’obiettivo di promuovere l’accesso ai percorsi di studio e alle professioni tecnico-scientifiche (dal 21 al 23 aprile 2021).
Un progetto focalizzato su tecnologia e sostenibilità
L’iniziativa prevede tre giorni di eventi digitali attraverso l’accesso a una piattaforma online, in cui è possibile partecipare a oltre 155 eventi gratuiti relativi alle discipline STEM con laboratori, interviste, testimonianze e webinar. “Abbiamo iniziato questo percorso cinque anni fa e siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti, nonostante i forti cambiamenti che la nostra società ha vissuto nell’ultimo anno”, ha affermato Roberta Cocco, Assessora alla Trasformazione Digitale e ai Servici Civici del Comune di Milano. “I 155 eventi sono la testimonianza di come le nuove tecnologie digitali siano considerate fattori positivi e abilitanti per una società inclusiva e senza stereotipi”.
Come suggerisce il titolo dell’iniziativa, la trasformazione digitale che sta investendo tutti i settori produttivi – ma anche le nostre vite – e le tematiche ambientali che sempre più ci riguardano da vicino sono i due filoni che guidano l’edizione del 2021. “La sfida più importante di questo tempo è la sostenibilità: per raggiungere l’obiettivo di una società che si prende davvero cura dell’ambiente che la circonda abbiamo bisogno di giovani generazioni di scienziati e scienziate e del contributo fondamentale dell’innovazione”, ha continuato Cocco.
Gli eventi – tra incontri live, appuntamenti on demand e video-pillole – si rivolgono agli studenti, con incontri per conoscere le storie di grandi scienziate, talk sulle nuove tecnologie, laboratori di coding e robotica; ma sono molto utili anche per genitori, educatori e insegnanti per informarli su come aiutare ragazzi e ragazze ad avvicinarsi ai percorsi STEM. E non mancano, infine, eventi aperti a tutti per approfondire il futuro del lavoro, il ruolo della tecnologia nella società e le innovazioni destinate a cambiare le nostre vite nei prossimi anni.
Le aziende agiscono per ridurre la disparità di genere
Numerosi sono i partner della quinta edizione di STEMintheCity: per esempio Accenture, Generali Italia, Imcd Italia Spa, Intesa Sanpaolo, Lenovo e Pwc, che pongono particolare attenzione all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità e implementano azioni per ridurre il gender gap nelle professioni scientifiche e tecnologiche. “In Generali crediamo che costruire un’azienda sempre più inclusiva e capace di fondere saperi e competenze diverse sia la strada per generare soluzioni allo stesso tempo human-centric e ad alto contenuto tecnologico, che ci consentono di comprendere ed essere vicini ai nostri clienti, supportare la ripresa economica del nostro Paese e la sua crescita sostenibile”, ha dichiarato Barbara Lucini, Responsabile People Value & Engagement di Generali Italia e Responsabile Risorse Umane di Generali Welion.
Diverse aziende, quindi, stanno puntando a incrementare l’innovazione tecnologica; ma se è vero che il futuro sarà digitale, puntare alle discipline scientifiche non significa sminuire quelle umanistiche. “I talenti che hanno una preparazione STEM sono per noi una risorsa preziosa ma guardiamo con grande attenzione anche a profili di tipo ‘misto’”, ha affermato Francesca Patellani, Geographic Services Director e Corporate Citizenship Lead di Accenture Italia. Abbiamo osservato negli anni che tali profili, che chiamiamo ‘stemanisti’, hanno un approccio distintivo che coniuga il rigore logico dello studio scientifico alla visione olistica tipica degli studi umanistici, una ibridazione molto efficace per le nostre attività che combinano tecnologia e ingegno umano”.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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