Ciao Monica
Monica era una persona autentica. La sua sfida, essere madre, moglie e se stessa oltre che Presidente dell’azienda divenuta famosa in tutto il mondo con i bracciali composable, l’aveva vinta. Con semplicità, con la naturalezza di chi non ha l’ansia di dover dimostrare per forza di avercela fatta. Il desidero di raccontare la sua storia ci aveva fatte incontrare, ma non aveva velleità da scrittrice: voleva essere un esempio positivo per le tante, troppe donne che faticano a tenere insieme parti della vita. E con semplicità e umiltà ci ha raccontato che per riuscire nell’impresa di lavorare con dei bimbi piccoli non bisogna per forza strafare. Il nostro Paese non ha bisogno di eroine, ma di donne che pretendano che le responsabilità siano condivise.
Siamo bravi tutti a evocare il cambio culturale e Monica aveva cercato di spiegarci che il cambiamento dipende da noi, da quanto siamo capaci di educare i figli al rispetto e da quanto siamo in grado di non pretendere troppo da noi stesse. Quello che bisogna aver chiaro è il progetto di vita e Monica non ha esitato a lasciare le montagne del Trentino per trasferirsi in Toscana e avvicinarsi in punta di piedi all’azienda della famiglia di suo marito.
Un’azienda che iniziava a essere conosciuta al di fuori dei confini, un business fatto dal lavoro di persone, donne soprattutto. Ed è così che in Nomination si è iniziato a introdurre il welfare e lo psicologo in azienda per sostenere chi attraversa momenti di difficoltà. Questo è il cambio culturale messo in pratica.
La cifra che attraversa il suo agire è il buon senso, che ritroviamo nelle regole per garantirsi benessere nel quotidiano: prendersi del tempo per sé, rispettare le proprie idee, non pretendere troppo da se stesse, pretendere aiuto dal compagno – aiuto concreto, il sostegno morale non basta – e gioire delle piccole e grandi cose della vita: un fiore che sboccia, un caffè appena versato, un tramonto colorato.
Sarebbe bello, ha scritto, creare la cultura del rispetto per gli altri e tutto ciò che ci circonda: la cultura della vita, l’ha definita Monica. Una cultura che sarebbe semplicissimo mettere in pratica. Monica ci ha spiegato come si fa, ora però non potrà più ricordarcelo. Dobbiamo affidarci ai pensieri che ci ha lasciato. Certi che Nomination, anche grazie a lei, sia un bel posto dove lavorare.
Riproponiamo l’intervista che Monica Tiozzo aveva rilasciato a Dario Colombo in occasione della presentazione del libro Come sopravvivere alla propria azienda a Technology Biz: prima parte e seconda parte.
Monia Tiozzo, Nomination, Come sopravvivere alla propria azienda