Dalla mensa alla scrivania: la (nuova) pausa pranzo sicura
Se già a inizio 2020 i cambiamenti portati dalla digitalizzazione sembravano travolgenti, veloci e particolarmente impattanti su più fronti (dalla vita personale a quella organizzativa), la pandemia ha contribuito ad accelerare i processi in corso e attivarne di nuovi.
In un contesto di nuovi modi di lavorare, una delle evoluzioni più importanti ha toccato la Ristorazione. Con oltre 4 milioni di lavoratori in Smart working (Istat), il settore – nei primi otto mesi del 2020 – ha registrato un calo di fatturato del 37% (Osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione, Oricon) rispetto allo stesso periodo del 2019.
“Il lavoro da remoto ha cambiato la logica dei volumi che, anche con il graduale ritorno agli uffici, rimarranno mutevoli”, commenta Enrico Bartoli, Direttore Divisione Corporate Sodexo Italia, l’azienda leader nei servizi per la qualità della vita, che spaziano da servizi on site di ristorazione, a cleaning, Facility management hard & soft e servizi educativi.
I nuovi volumi richiedono flessibilità
Se cambiano i contesti si evolvono anche le esigenze delle imprese. Fra i fattori più importanti per far fronte ai nuovi ritmi che caratterizzano le aziende nell’era post Covid, come spiega Bartoli, vi sono flessibilità e semplificazioni dei servizi. Non mancano però il bisogno di efficienza e controllo, ovvero il mantenere un servizio di alto livello, ma con un budget più contenuto. Infine, la pandemia ha rafforzato l’attenzione delle aziende su sostenibilità e sicurezza, temi ‘caldi’ già nel periodo pre pandemico.
Le aziende maggiormente colpite dalle evoluzioni imposte dalla pandemia sono quelle di Servizi. Quelle del Manifatturiero, infatti, hanno proseguito l’attività in presenza anche durante il periodo di emergenza e, pur avendo rivisto le logiche di produzione, hanno sicuramente avuto conseguenze più contenute rispetto alle realtà non produttive.
A prescindere dalla tipologia di azienda, però, la pausa pranzo ha subito grandi trasformazioni: “Il concetto di ristorante o mensa aziendale è mutato, perché non si può immaginare di avere volumi costanti”, commenta Bartoli. Nonostante questo, resta un servizio fondamentale in tutte le organizzazioni.
Compito dei player della Ristorazione è quello di intercettare il cambiamento e adeguarsi alle nuove necessità aziendali. Non è un caso che nei primi mesi del 2021 siano stati lanciati vari servizi, in particolare per le imprese che non hanno un ristorante aziendale a cui appoggiarsi. Tra questi ci sono quelli di food delivery (Brio! di Sodexo è un esempio) che possono rispondere alle nuove necessità delle aziende. Alle già note caratteristiche legate alla qualità del cibo (preparazioni fresche e sostenibili, ricette bilanciate studiate dal team di esperti della nutrizione della Food Intelligence di Sodexo e proposte in packaging plastic free e interamente compostabile) si affianca il trasporto sicuro e certificato.
“I pasti Brio! vengono consegnati da personale regolarmente assunto da Sodexo e che utilizza mezzi idonei a garantire la catena del freddo”, spiega Bartoli. Inoltre, per dar dare un respiro sostenibile al servizio, l’azienda ha pensato a menù che limitino l’uso di carni rosse e di prodotti che richiedono un elevato consumo di acqua. Infine, per rispondere alla richiesta di semplicità i piatti sono ordinabili tramite piattaforma. “È fondamentale che ogni dipendente possa godere al massimo del proprio break per ristorare il corpo e la mente, attraverso un pasto salubre, buono e di gusto ed equilibrato compatibile con un consumo quotidiano”, chiosa Bartoli.
Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione – percorso del teatro e dello spettacolo – Francesca Albergo ha successivamente conseguito un master in Professioni e Prodotti per l’Editoria. Dopo un’esperienza di cinque anni nelle Risorse Umane – durante i quali non ha mai abbandonato lettura e stesura di testi – la passione per le parole, la scrittura e (soprattutto) la grammatica l’ha portata a riprendere la sua strada, imparando a ‘vivere per lavorare’, come le consigliò un professore al liceo.
Amante della carta e del ‘profumo dei libri’ si è adattata alla frontiera digital dell’Editoria, sviluppando anche competenze nella gestione di CMS. Attualmente collabora in qualità di editor e redattrice con case editrici e portali web.
Nella sua borsa non mancano mai un buon libro, una penna (rigorosamente rossa) e un blocco per gli appunti, perché quando un’idea arriva bisogna esser pronti ad accoglierla.
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