Soldi e benefit: si riapre la corsa ad attrarre i talenti

Il mercato del lavoro è in fermento. Nei primi sei mesi del 2021 in Italia sono stati creati 719mila posti di lavoro, oltre il 12% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche se secondo i dati comunicati da Ministero del Lavoro e Banca d’Italia è ancora ampio il divario tra i contratti di lavoro attivati dall’inizio della pandemia e quelli che si stima si sarebbero registrati in assenza della crisi Covid – circa 270mila in più – qualche segnale di ripresa dell’economia e di crescita della domanda di lavoratori inizia a vedersi.

A luglio 2021, per esempio, negli Stati Uniti le assunzioni sono cresciute al ritmo più veloce registrato in quasi un anno. I dati più recenti raccolti dal Labour Department parlano di circa 10 milioni di posizioni aperte, il livello più alto mai raggiunto. I posti disponibili sarebbero 1 milione in più delle persone alla ricerca di lavoro. Il punto, adesso, è avvicinare domanda e offerta.

Il report Momentive Small Business Survey realizzato da Cnbc nel terzo quadrimestre del 2021 ha fotografato gli sforzi delle realtà più piccole nella ricerca delle giuste competenze. Per la metà delle Piccole e medie imprese (PMI) intervistate trovare personale qualificato è più difficile oggi rispetto a un anno fa. Il 31% ha dichiarato di aver tenuto posizioni aperte per almeno tre mesi prima di individuare i profili giusti (era il 24% nei primi tre mesi del 2021). Quattro aziende su 10 stanno avendo a che fare con un aumento dei costi legati agli stipendi dei dipendenti, nella speranza di attirare e trattenere nuovo personale. Solo una minoranza, il 24% delle PMI coinvolte nella survey, si aspetta di incrementare la forza lavoro nell’arco del 2022.

La carenza di manodopera sta spingendo infatti le aziende, grandi e piccole, a trovare modi nuovi e creativi di attrarre lavoratori. Alcune stanno spingendo sulle buste paga, come ha fatto il colosso del fast food McDonald’s, altre hanno scelto di puntare sui benefit: Target e Walmart hanno annunciato l’avvio di programmi di rimborso delle tasse scolastiche e universitarie, per aiutare i dipendenti a sostenere i costi dell’istruzione superiore; Amazon e Facebook hanno pensato invece alla cura dei figli e dei genitori anziani, con benefit ad hoc. E le realtà più piccole? Queste faticano a tenere il passo.

Fonte: CNBC

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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