Il management di transizione supera la pandemia
Lo scoppio della pandemia nel 2020 ha segnato duramente il business di molte aziende. Certo, non tutte sono state colpite dall’emergenza: è noto per esempio che settori come il Farmaceutico, si pensi al boom dei vaccini, e quello delle ecommerce, con una crescita del 26% dello shopping online (come testimoniato da autorevoli fonti), siano scampati alla crisi. Per tante altre realtà tuttavia, il lockdown e la complessità del nuovo scenario hanno provocato un crollo dei ricavi che, secondo uno studio svolto dal Cerved Group – nota agenzia di informazioni commerciali sulle imprese – su un campione di 227mila aziende italiane, si è aggirato intorno all’11%. Solo nel 2021 la crisi ha iniziato a rientrare, con un balzo del Prodotto interno lordo, stando ai dati dell’Istat, del 6,5% rispetto al 2020.
Il trend è ben noto anche al settore della consulenza aziendale che ha affrontato diverse difficoltà, soprattutto nel primo periodo di chiusure imposte dall’emergenza sanitaria. Dopo la crescita costante degli ultimi anni, nel 2020 si è registrata un’importante perdita di ricavi che i dati diffusi da Source Global Research stimano intorno al 16%. Secondo uno studio della Sullivan University sarebbero state soprattutto le restrizioni sugli spostamenti a causare problemi, impedendo ai consulenti di fare esperienza diretta delle realtà dei clienti e ostacolando la relazione faccia a faccia. Allo stesso tempo questa situazione ha incentivato il passaggio alla digitalizzazione aprendo le porte a nuove opportunità, tanto è vero che il Management Consulting Services Global Market Report 2022 stima una crescita del 9,2%.
Cahra cresce in Italia grazie al suo approccio innovativo
Un esempio di successo in ambito consulenza è il Gruppo Cahra, società francese di management di transizione, che a fine gennaio 2022 ha annunciato gli esiti finanziari del 2021. Il bilancio si è chiuso con una crescita del 20%, un risultato – per cui l’Italia ha ricoperto un ruolo cruciale – che attesta il valore del modello di business del gruppo. Tre sono le caratteristiche principali di questo approccio: sicurezza dei contratti con il personale (l’80% dei manager di transizione sono assunti come dipendenti); garanzia di ritorni positivi sull’investimento iniziale (fino a 10 volte); ascolto e rispetto delle culture locali. È quest’ultimo punto in particolare a caratterizzare l’organizzazione che fin dalla sua fondazione nel 2009 ha fatto del rapporto umano un valore portante nelle relazioni sia con i clienti sia interne.
In Italia il metodo ha trovato particolare successo, come spiegato da Emmanuel Buée, Presidente di Cahra, che ha puntato l’attenzione sul gioco di squadra all’interno del gruppo, a conferma della storica attenzione verso collaborazione e scambio. È così che nel nostro Paese 12 manager di transizione, sotto la guida dell’Amministratore Delegato Marco De Vicenzi, hanno formato un team strutturato e coeso, capace di trasformare il periodo della pandemia in un’occasione di formazione e training. Nel 2021, pur con le limitazioni imposte dal Covid, i manager si sono rimessi al lavoro e alla fine dell’anno i risultati hanno confermato il successo del modello: l’Italia è arrivata a rappresentare il 10% del fatturato totale del Gruppo che ha sfiorato i 6,1 milioni di euro.
A questo traguardo sono destinati ad aggiungersene presto altri, alla luce del piano di espansione in Europa, verso Svizzera, Belgio e Germania. “Sono molto soddisfatto”, ha fatto sapere De Vincenzi. “Sono convinto che la metodologia e l’esperienza di Cahra nel management di transizione possano aiutare le aziende italiane a essere vincenti nella sfida della transizione digitale, ecologica e culturale prevista nel 2022 dal Pnrr”.
Covid, Gruppo Cahra, Emmanuel Buée, consulenza aziendale, Cerved Group