Insoddisfatti cronici, trattenerli o lasciarli andare?
Ascolto, analisi dei feedback e offerta di nuovi stimoli formativi. Queste sono solo alcune delle strategie a disposizione delle imprese per trattenere i talenti che sempre più frequentemente abbandonano il posto di lavoro perché insoddisfatti. A sottolinearlo è Hrexecutive.com, che ha analizzato come le dimissioni sono in continua crescita, almeno negli Usa: da aprile 2021, infatti, sono circa 33 milioni gli statunitensi che si sono licenziati, un numero pari a un quinto dell’intera forza lavoro.
Per contrastare il trend c’è sicuramente la proposta di opportunità di crescita professionale. Come testimoniano i dati di una ricerca realizzata da Qualtrics, infatti, il 60% degli impiegati ha dichiarato la propria insoddisfazione per l’assenza di iniziative di aggiornamento professionale all’interno della propria azienda. In quest’ottica ben si comprende come gli avanzamenti di carriera o il conferimento di nuovi ruoli possano rappresentare validi input per trattenere i dipendenti. È infatti noto che una maggiore autonomia e la possibilità di scegliere di reinventarsi in ruoli diversi sono elementi centrali per il benessere delle persone.
Altro tema chiave per le aziende è quello del burnout. La stessa ricerca di Qualtrics ha svelato che quasi il 58% dei lavoratori ha individuato nelle proprie mansioni la causa principale dei propri problemi mentali: un numero importante che fa comprendere come sia fondamentale adottare soluzioni per andare incontro ai bisogni delle singole persone e analizzare in maniera continuativa i feedback che sono forniti relativamente al grado di benessere in azienda. Il fenomeno è concreto e, se non gestito adeguatamente, può impattare in modo importante sulla produttività.
Analizzare i motivi alla base delle dimissioni
Un’altra carta vincente da giocare per attrarre-trattenere talenti è quella di favorire diversità e inclusione a più livelli. A dimostrarlo sono i numeri di uno studio di McKinsey secondo cui, per esempio, le imprese con team più eterogenei dal punto di vista etnico, hanno il 33% in più di probabilità di essere più performanti delle altre. Coinvolgere persone con diversi background permette infatti di favorire uno scambio attivo e di promuovere innovazione. Il tutto arrivando a ottenere migliori performance lavorative.
Infine, se proprio non si è riusciti a trattenere le persone in azienda, il passo più efficace da compiere è quello di analizzare i motivi dell’addio in un colloquio di congedo. Capire, infatti, gli elementi che hanno influito su questa decisione può permettere all’azienda di mettere in atto strategie mirate e, a lungo termine, per convincere altri lavoratori a tornare sui loro passi e a restare nell’organizzazione.