Oracle cresce in Italia con il cloud e inaugura la nuova sede
Un anno “super”, caratterizzato dalla crescita, dall’apertura della prima Cloud Region in Italia e dal completamento della nuova sede di Milano, in pieno centro. Si riassume così l’ultimo anno fiscale per Oracle nel nostro Paese (si è concluso a fine maggio) e celebrato nei nuovi spazi della sede milanese. Alessandro Ippolito, Vice President Technology e Country Manager di Oracle Italia – collegato dagli uffici di Roma – ha riassunto i momenti chiave dell’anno, iniziando dai numeri di business della multinazionale statunitense, cresciuta a livello globale del 10% anno su anno, sia nel cloud tecnologico (IaaS e PaaS) sia nel cloud applicativo (SaaS), con una solida crescita anche in Italia.
I risultati, ha fatto sapere il manager, sono stati stimolati dalla forte spinta di trasformazione digitale e di migrazione al cloud promossa dagli eventi degli ultimi due anni, dai nuovi scenari e dalle importanti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza dirette all’innovazione (sul Pnrr, la multinazionale ha confermato il supporto ai percorsi di innovazione e cloud attraverso una task force dedicata).
Nuove tecnologie e attenzione alle persone
Ippolito si è soffermato sull’apertura della prima Cloud Region italiana: “In questa infrastruttura i clienti del nostro Paese trovano la risposta alle esigenze di sicurezza, affidabilità e prestazioni necessarie per dare una svolta alla migrazione al cloud, con nuove possibilità di valore anche per le Piccole e Medie Imprese, fondamentali per la ripresa italiana”, ha commentato il manager.
La crescita del business è stata affiancata dall’importante investimento sulle persone. È in questo senso che va interpretata l’apertura dei nuovi spazi di Milano, considerati come il “fiore all’occhiello” dell’anno fiscale appena chiuso: si tratta di una struttura da 6.200 metri quadri formata da spazi modulari e flessibili, adatti alle diverse esigenze di lavoro agile; ci sono circa 350 postazioni singole che si affiancano a numerosi spazi per le riunioni; vari i servizi che mettono al centro il benessere delle persone (in tutt’Italia Oracle ne conta circa 1.100) come, per esempio, la palestra e la biblioteca.
E va sempre nella direzione dell’attenzione per il personale il lancio, anche in Italia, dell’iniziativa “Generation Oracle” (o “GenO”), il programma per l’acquisizione dei migliori talenti laureati, con l’obiettivo di coinvolgere circa 400 giovani in tutta Europa nel giro di tre anni; il percorso prevede 24 mesi di formazione, lavoro su progetti diversi e un indirizzamento verso percorsi di carriera nella multinazionale con una forte componente internazionale.
Sul fronte mondo universitario e accademico, Ippolito ha ricordato l’impegno con i programmi Oracle for research (per fornire risorse cloud, soluzioni e tecnologie a supporto di progetti di ricerca, selezionati per avere un impatto sulla vita delle persone entro cinque anni); Oracle Open Data (un archivio di data set scientifici, meteorologici e linguistici a disposizione di ricercatori e data scientist); Oracle Labs (laboratori di ricerca e sviluppo che collaborano con il mondo universitario e non solo).
La crescita per le soluzioni cloud
Ad approfondire il business delle tecnologie cloud Infrastructure as a Service (Iass) e Platform as a Service (PaaS) è stato Andrea Sinopoli, Vice President & Country Leader Cloud Tech di Oracle Italia, che ha confermato come la Cloud Region sia da considerare un ‘booster’ in grado di incidere sui grandi percorsi di trasformazione digitale in atto nel nostro Paese, legati sia al pubblico sia al privato che in alcune aree italiane stanno migrando in modo molto significativo processi, dati e applicazioni verso il cloud. Dai dati è emerso che c’è stata una crescita molto significativa dei ricavi complessivi proprio sulla componente IaaS e PaaS sia attraverso nuovi clienti sia come potenziamento di accordi già esistenti.
A sostenere i numeri sono, come confermato dal manager, il cloud di seconda generazione di Oracle, di livello enterprise, cioè riprogettato in modo da offrire i livelli di sicurezza, performance, predicibilità e automazione dei servizi adatti ai processi mission-critical, e la proposta di “Distributed Cloud”, con offerte differenzianti come Exadata Cloud at Customer e con le Dedicated Region Cloud at Customer: queste ultime permettono di ricreare completamente, nel perimetro infrastrutturale fisico del cliente, il cloud pubblico della multinazionale in tutte le sue componenti infrastrutturali e applicative, con tutti i vantaggi di integrazione in architetture ibride e di controllo sui dati che ne conseguono. Questi elementi sono stati i fattori chiave che hanno consentito a Oracle di inserirsi nelle cordate per i bandi dell’infrastruttura cloud nazionale.
Tra i nuovi progetti, Sinopoli ha poi confermato l’investimento sull’ecosistema di partner, con il programma Cloud Service Provider (Csp) rivolto ai grandi system integrator, che consente loro di diventare gestori del cloud infrastrutturale e di piattaforma, integrando on top le componenti applicative.
L’interesse per le applicazioni HCM
Giovanni Ravasio, Vice President e Country Leader per le Cloud Applications, ha confermato i trend positivi per l’azienda, evidenziando la crescita di oltre il +90% (anno su anno) per le applicazioni cloud di Human Capital Management (HCM) sulle quali molte imprese italiane stanno investendo anche in risposta alle nuove esigenze dei loro dipendenti e alla trasformazione dell’organizzazione del lavoro. Altro ambito di forte crescita è quello delle applicazioni SaaS di Enterprise Resource Planning (ERP), in particolare sul segmento delle medie imprese: oltre ai processi finance, è stata rilevata la grande attenzione per la capacità delle soluzioni cloud-native di Oracle di integrare la misurazione e il reporting dei parametri Environmental, social, governance (ESG) che per alcune tipologie di organizzazioni sono regolati da specifiche norme.
Sul fronte della sostenibilità, il manager ha ricordato che la stessa Oracle sta lavorando al suo target operativo, che prevede di alimentare solo con energia da fonti rinnovabili tutti gli uffici e i cloud data center delle cloud region in tutto il mondo entro il 2025 (come già avviene in Europa) e di arrivare entro il 2030 a essere totalmente ‘Net zero’.
Inoltre la multinazionale conferma l’attenzione al tema della diversity come parte integrante della cultura dell’organizzazione: sono accolte e valorizzate le differenze, considerate come una risorsa di innovazione e di business importante, attraverso iniziative interne (ne è un esempio la nuova sede di Milano, pensata per accogliere le esigenze di tutte le generazioni).
Nel futuro di Oracle, poi, c’è una nuova attenzione verso l’innovazione per l’healthcare: la multinazionale ha appena completato l’acquisizione di Cerner, leader nei sistemi informatici sanitari, aggiungendo un nuovo obiettivo ai focus sui settori verticali, sui quali sono già state indirizzate da tempo le Global Business Unit dedicate, per offrire soluzioni cloud dell’ultimo miglio, che completano l’offerta Oracle più generale di sistemi e soluzioni IaaS, PaaS e SaaS.
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