Soldi e prospettive: così si risolve la Great resignation
Nonostante un’ampia fascia di lavoratori, nel periodo post-pandemia, tenda a privilegiare la possibilità di cambiare spesso azienda, molte altre persone scelgono invece di completare tutta la loro carriera nella stessa organizzazione. Se da un lato, quindi, cambiare ruolo o azienda può essere per alcuni un’opzione allettante in quanto consente di affrontare sfide professionali in contesti sempre nuovi, dall’altro, per altri, è un’ipotesi che non riveste il minimo appeal.
Secondo un articolo pubblicato dalla Bbc, i motivi per cui si sceglie di svolgere l’intera carriera lavorativa presso la stessa azienda, sono, in particolare, legati a doppio filo alla capacità che un’impresa ha di valorizzare il contributo delle persone e di andare incontro alle specifiche necessità dei singoli individui. Per esempio, per i dipendenti più ambiziosi è importante poter intravedere all’orizzonte, già a inizio carriera, un’unica strada per poter appagare le loro aspirazioni professionali. Per alcuni, spiega l’articolo dell’emittente britannica, la possibilità di migliorare progressivamente nell’ambito di un percorso definito è centrale nella scelta di rimanere per anni nella stessa azienda.
Allan Lee, docente Senior in Studi Organizzativi e Management presso la University of Exeter Business School, nel Regno Unito, ha spiegato così la vicenda: “Si tratta di un bisogno innato che rappresenta un elemento di primaria importanza nell’aumentare la motivazione e l’ingaggio delle persone”. Questo atteggiamento, secondo l’esperto, affonda le sue radici nella possibilità di costruire qualcosa che va di là del singolo individuo, dando un contributo nel quadro di un percorso condiviso.
La fedeltà che passa da uno stipendio e un appagamento
Per altre persone, invece, il fattore determinante è quello economico: in questo caso chi sceglie di non cambiare lavoro dà la priorità alla stabilità finanziaria, considerando la sua carriera esclusivamente come un mezzo sicuro per mantenersi economicamente e arrivare senza preoccupazioni al pensionamento. In questo caso, il dinamismo legato alla crescita professionale in sempre nuovi contesti è irrilevante: cambiare azienda rappresenta più che altro una fonte di stress in conflitto con il loro desiderio di comfort e sicurezza, che solo un lavoro stabile può dare, anche se è di livello basso.
“Se un’azienda è in grado di offrire un lavoro che dà a queste persone ciò che hanno sempre cercato, ovvero uno stipendio per vivere dignitosamente e un minimo appagamento nelle mansioni svolte, allora la fedeltà dei dipendenti è molto più facile da ottenere”, ha spiegato Rick Wartzman, Ricercatore del Think tank americano Drucker Institute. In sostanza, dunque, una visione di crescita nel lungo termine ben definita a priori e la stabilità economica sono considerati elementi a maggior appeal rispetto alla possibilità di sperimentare nuove esperienze in altre realtà lavorative.