Che fine ha fatto la voglia di lavorare? Ce lo siamo chiesti nella scorsa puntata di PdM Talk. In un trionfo di espressioni inglesi che ci allontanano dalla questione vera, non esiste una risposta che vale per tutti. Concentriamoci sulle donne: come può una donna giovane alimentare il suo desiderio di lavorare se, tanto per cominciare, sa che verrà pagata meno di un uomo per lo stesso ruolo e se in più è accompagnata dalla probabilità che, volesse mai decidere di diventare madre, dovrebbe ridimensionare la sua carriera? Con buona pace del work life balance, per non abbandonare gli inglesismi. E infatti il calo demografico è inarrestabile.

La fotografia è questa: le donne in Italia sono meno occupate degli uomini e rinunciano alla maternità. Il Governo annuncia di voler sostenere il lavoro degli italiani. Come? Ricorrendo anche a quella grande ‘riserva inutilizzata’ costituita dal lavoro femminile. Già ‘riserva’ è un termine che evoca qualcosa di secondario, una seconda scelta. Ma qualora questo esercito di riserviste dovesse entrare nel mondo del lavoro, come si prevede di gestire il grande tema irrisolto della maternità? Con l’innalzamento dei fringe benefit a 3.000 euro e 60 milioni per potenziare i centri estivi varati dal Decreto Lavoro?

Non è la voglia di lavorare che manca alle donne. Alle donne mancano i servizi, alle famiglie occorrono soldi per pagare i nidi, non sostegni di facciata, con un’inflazione che arriva al 10%. Se si vuole sfruttare questo potenziale inutilizzato (suona meglio di ‘riserva’) del lavoro delle donne che, come è stato dimostrato, aumenterebbe il Pil, bisogna metter mano al portafoglio e garantire un sostegno vero ai genitori. Che oggi non c’è. Basta fare un sondaggio casalingo tra le giovani mamme. Chi ha i nonni alle spalle ce la fa, chi non può contare sui supporti familiari, rinuncia o ridimensiona le aspettative. O si compra un cane. Poiché gli imprenditori, come al solito, anticipano i tempi i produttori di passeggini si staranno presumibilmente attrezzando per riconvertire la produzione per i cuccioli a quattro zampe. Amen.

Chiara Lupi

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Chiara Lupi ha collaborato per un decennio con quotidiani e testate focalizzati sull’innovazione tecnologica e il governo digitale. Nel 2006 ha partecipato all’acquisizione della ESTE, casa editrice storica specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che pubblica le riviste Sistemi&Impresa, Sviluppo&Organizzazione e Persone&Conoscenze. Dirige la rivista Sistemi&Impresa e governa i contenuti del progetto multicanale FabbricaFuturo sin dalla sua nascita nel 2012. Si occupa anche di lavoro femminile e la sua rubrica “Dirigenti disperate” pubblicata su Persone&Conoscenze ha ispirato diverse pubblicazioni sul tema e un blog, dirigentidisperate.it.
Nel 2013 insieme con Gianfranco Rebora e Renato Boniardi ha pubblicato il libro Leadership e organizzazione. Riflessioni tratte dalle esperienze di ‘altri’ manager. Nel 2019 ha curato i contenuti del Manuale di Sistemi&Impresa Il futuro della fabbrica.

Chiara Lupi