Generazioni a confronto, l’importante è collaborare
I Boomer hanno davvero cambiato il mondo? Secondo il giudizio dei Millennial no: predicano bene ma razzolano male, dato che si sono dedicati soprattutto a ciò da cui potevano trarre dei vantaggi per sé.. e le conseguenze ora ricadono sulle spalle di tutti. Ma da censori ad accusati il passo è breve: la Generazione Z vede nei Millennial una compagine che ha già (quasi) fallito la propria missione di cambiare il pianeta, concentrandosi troppo sul proprio ego, piangendosi spesso addosso e non riuscendo a trovare una dimensione davvero ‘adulta’. Eppure anche gli Zers sono criticati da chi li precede: sarebbero troppo immersi nel mondo digitale. Per avere chiarezza su questi confronti, il libro Senza età. Come generazioni diverse coesistono e insieme creano valore (Egea, 2022) di Diego Martone – esperto di indagini demoscopiche – indaga peculiarità, differenze in termini socioeconomici e valoriali, e soprattutto relazioni reciproche tra persone dai 20 ai 70 anni.
Come si vedono e si giudicano tra loro? Quali sono le più simili e quali le più distanti tra loro? Quali i terreni culturali su cui possono collaborare, coesistere e condividere obiettivi e modalità di azione? Come migliorare le interazioni all’interno degli spazi di lavoro e in tutti i rapporti interpersonali? In che direzione si stanno evolvendo gli approcci al mondo professionale, ai consumi e al risparmio a seconda delle fasce di età? Queste sono solo alcune delle domande a cui il saggio di Martone cerca di rispondere sulla base di dati aggiornati. Un’analisi con cui è inevitabile fare i conti in un’epoca in cui cinque generazioni si trovano a discutere, a vivere e ad affrontare sfide comuni.
La generazione è un costrutto sociale
Il messaggio del libro è che Stati, aziende e organizzazioni comprendano a fondo le specificità di ogni gruppo, in modo da poter orientare i propri sforzi su un nuovo paradigma che passi dalla contrapposizione alla contaminazione, per poi giungere all’operatività tra persone. Anche di età molto diverse tra loro. “Se gli sforzi di tutti si concentrano sullo sviluppo di rapporti armonici di mutuo aiuto e di massima apertura, dove si stigmatizzano e abbattono le barriere e si mira a migliorare le capacità di scambio reciproco in un’ottica di coesistenza e crescita, il corpus generazionale diviene il terreno su cui si può creare unione e non divisione”, scrive Martone. Per l’autore è chiaro che – considerando gli interessi in gioco, spesso contrastanti – questa visione rappresenti un indirizzo di difficile realizzazione, ma è la strada maestra per tentare almeno di avvicinare, se non conciliare, le differenze.
Nicola Palmarini, Direttore dell’UK’s National Innovation Centre for Ageing (Nica), nella prefazione al libro scrive addirittura che il concetto di generazione è un costrutto sociale. “A quest’ultimo ci affidiamo per disegnare strategie di marketing e comunicazione, per scrivere articoli di costume sui supplementi editoriali del sabato, per alimentare le nostre iconografie su Instagram, per rimare nei testi dei rapper, per indirizzare i messaggi a elettori sempre più disorientati. Di fatto stiamo mettendo insieme centinaia di milioni di persone, forzandoci di credere che tutte abbiano in comune una serie di caratteristiche comportamentali, di bisogni, di interessi”, si legge nel testo. Per Palmarini, Martone suggerisce che è tempo di osare e di andare oltre la segmentazione e di coniare nuovi linguaggi capaci di avviare la stagione dell’interdipendenza tra persone di età diverse.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
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