Se potessi avere… l’aumento di salario
In Italia il 44,3% dei lavoratori prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio del 6%. A rivelarlo è il rapporto People at work 2023. A global workforce view dell’Adp Research Institute, che esplora gli atteggiamenti e le aspettative delle persone nei confronti del mondo del lavoro attuale e futuro. “Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Con l’impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono”, commenta Marcela Uribe, General Manager Adp Southern Europe.
L’indagine ha coinvolto oltre 32mila lavoratori in 17 Paesi nel mondo (circa 2mila in Italia) tra il 28 ottobre e il 18 novembre 2022, comprese 8.613 persone che lavorano esclusivamente nella Gig economy (lavoratori occasionali, stagionali, indipendenti e freelance). I risultati si inseriscono quindi nell’attuale contesto di crisi del costo della vita, in cui i lavoratori di molti Paesi dimostrano la volontà di intraprendere azioni sindacali per spingere i datori di lavoro a essere più generosi in materia di retribuzione. Più di quattro lavoratori su 10 nel mondo (44%) ritengono, infatti, di essere sottopagati. Inoltre, guardando alle aspettative globali, l’83% dei lavoratori prevede di ottenere un aumento di stipendio nei prossimi 12 mesi, sia dall’attuale datore sia cambiando lavoro, con un aumento medio dell’8,3% (numeri di gran lunga maggiori rispetto ai dati italiani).
“Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando mobilitazioni per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall’aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto”, prosegue la General Manager Adp Southern Europe.
Una questione di genere
Nonostante nel 2022 il 44% degli italiani abbia ottenuto un aumento medio dello stipendio del 5,5%, le aspettative per l’anno successivo rimangono elevate. Inoltre, gli uomini hanno riportato un aumento del 5,8% nel loro stipendio rispetto al 5,2% delle donne (si è constatato che il 50% degli uomini ha ottenuto un aumento, rispetto al 36% delle donne).
Queste aspettative possono, tuttavia, essere giustificate dai dati dell’Istat, che indicano un aumento dell’8,1% dei prezzi al consumo nel 2022 e implicano una riduzione dei salari reali. “I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi”, riflette Uribe. “I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, per esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi”.
Oltre all’aumento di stipendio, il 28% dei lavoratori italiani spera di ricevere un bonus e il 19% di ottenere una promozione. In termini di aspettative, non ci sono differenze significative tra uomini e donne, ma emergono differenze più marcate riguardo alle priorità lavorative. Infatti, il 53% degli intervistati italiani ritiene che la retribuzione sia il fattore più importante, con una percentuale del 48% tra gli uomini e un significativo 58% tra le donne, come evidenziato dallo studio. Questo dato potrebbe essere correlato all’alto tasso di insoddisfazione (54%) riguardo al salario attuale, con una maggiore insoddisfazione tra le donne (56%) rispetto agli uomini (52%). Inoltre, c’è anche l’opinione diffusa che il proprio stipendio non sia adeguato in base al lavoro svolto: il 45,6% degli italiani ritiene di essere pagato meno di quanto meriti, con una percentuale del 43% tra gli uomini e del 48% tra le donne.
Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.
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