Anche tu sei nel 33% che teme di perdere il lavoro?

Una prossima crisi economica e il rallentamento dell’economia minacceranno i nostri posti di lavoro? Secondo il sondaggio People at work 2023. A global workforce view dell’ADP Research Institute, un lavoratore italiano su tre (34%) teme di perdere la propria occupazione proprio a causa dello scenario incerto. Da segnalare, inoltre, che i timori risultano essere maggiori tra gli uomini (38%) rispetto alle donne (30%). Lo studio, che ha coinvolto oltre 32mila lavoratori in 17 Paesi (di cui 2mila lavoratori in Italia) rivela che i sentimenti di precarietà sono più alti nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni (37%), seguita dalla Generazione Z (18 ai 24 anni), con il 36%. Tra i lavoratori tra i 24 e i 34 anni, il 34% è preoccupato per la propria sicurezza lavorativa, mentre nella fascia dai 45 ai 54 anni è il 33% a nutrire tali timori. Degli Over 55, invece, solo il 26% si dichiara preoccupato per il proprio posto di lavoro.

Inoltre, la ricerca evidenzia che l’insicurezza è particolarmente diffusa nei settori del Real Estate (42%) e dell’Edilizia (40%); ma anche nell’IT e Telecomunicazioni il 41% dei lavoratori si sente insicuro riguardo alla propria occupazione. “I tempi sono difficili, è normale che i lavoratori si sentano preoccupati per il proprio lavoro, temendo la perdita del proprio posto per motivi economici, ma anche con l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale (AI), che presumibilmente potrebbe sostituire alcune mansioni”, ha commentato Marcela Uribe, General Manager Southern Europe di ADP.

Spaventano anche le nuove tecnologie

Secondo i dati Inps, nel 2022 i licenziamenti di natura economica hanno registrato un aumento del 41% rispetto al 2021. Tuttavia, è importante ricordare che i licenziamenti economici erano stati bloccati dalle normative introdotte nel 2020 a causa della pandemia da covid-19, e solo a partire da giugno e ottobre 2021 sono stati riaperti. In confronto al dato del 2019, però, nel 2022 si è verificato un calo di circa 127mila licenziamenti (-25%). “Le aziende dovrebbero fare di più per rassicurare i propri collaboratori, mostrando loro che gli sforzi sono riconosciuti e che le prospettive di carriera sono effettive”, ha aggiunto Uribe.

Complessivamente, il 60% dei lavoratori ritiene che nessuna professione sia immune dall’attuale incertezza economica, mentre il 13% crede che l’utilizzo dell’AI diventerà la norma nel proprio settore nei prossimi cinque anni, con conseguente riduzione delle attività manuali. “Non è necessariamente vero che i tagli di posti di lavoro in un’azienda significhino che altre ne seguiranno l’esempio o che l’automazione, l’AI e l’apprendimento automatico siano cose di cui aver paura. Potrebbero infatti rendere il lavoro delle persone più facile o più soddisfacente in futuro. Vale la pena che i datori di lavoro parlino con i lavoratori ora, per affrontare le idee sbagliate e fugare preoccupazioni inutili”, ha spiegato Uribe.

Eppure, in questo scenario, il 24% dei lavoratori ha preso in considerazione la possibilità di cambiare settore nei 12 mesi precedenti, mentre il 15% ha valutato l’idea di avviare un’attività in proprio. Inoltre, un quinto degli Over 55 (20%) ha riflettuto sulla possibilità di andare in pensione anticipata. “Se le aziende non saranno capaci di mettere a proprio agio i lavoratori, correranno il rischio che le competenze vitali, l’esperienza e l’entusiasmo possano andare perduti, e ciò potrebbe rendere difficile fornire il livello di servizio che i clienti si aspettano”, ha concluso la General Manager Southern Europe di ADP. Facendo sentire il personale più a proprio agio e al sicuro, sottolineando quali prospettive di formazione e avanzamento di carriera potrebbero essere offerte, i lavoratori si sentiranno maggiormente in grado di concentrarsi sul fare un buon lavoro, senza preoccuparsi del futuro.

ADP Southern Europe, ADP Italia, People at work 2023, Marcela Uribe


Martina Midolo

Martina Midolo

Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.

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