Diventare manager è una missione
“Grandi manager non si nasce, si diventa”, è la massima che Julie Zhuo, autrice del libro Missione Manager (Roi Edizioni, 2023) ha imparato, con il tempo, dopo essere diventata, a soli 25 anni, manager del Design Team di Facebook (al tempo era solo una startup). Anche se all’inizio è stata completamente spiazzata dalle nuove responsabilità operative, negli anni a seguire Zhuo ha imparato dai suoi sbagli e ha accumulato una importante esperienza sul campo fino a diventare Vice President del Product Design di Facebook. Il libro raccoglie i frutti dei suoi insegnamenti spiegando ai giovani (e non solo), quali sono le responsabilità di un manager, come supportare un team e come trovare le soluzioni ai problemi.
Il punto di partenza del viaggio di crescita di un manager, secondo Zhuo, è comprendere tre punti focali: scopo, persone e processo. Il primo aspetto si traduce nel risultato da raggiungere; poi serve porre attenzione a sviluppare rapporti tra i collaboratori per valorizzare le loro capacità; infine bisogna spiegare gli obiettivi e i valori condivisi. “Il vostro compito di manager è di migliorare questi aspetti all’interno della vostra squadra per ottenere l’effetto moltiplicatore più alto possibile sul vostro risultato collettivo”, spiega l’autrice del libro.
Diventare un ‘bravo’ responsabile è, in sintesi, un percorso personale che alterna errori e consapevolezze, ma non si può sviluppare se non si ha una buona opinione di sé. Zhuo rassicura chi soffre di sindrome dell’impostore – quando una persona non crede di meritare i traguardi raggiunti – perché è una percezione emotiva comune a molti: è chiaro che i manager si trovino spesso a sperimentare attività nuove e i collaboratori si rivolgono a loro per consigli e rassicurazioni. Il suggerimento dell’autrice è di riconoscere i propri pregi e difetti, imparare quali ambienti stimolano le potenzialità e, al bisogno, chiedere aiuto. “Se investite nell’apprendimento e nella crescita personale, non lo fate soltanto per voi stessi, ma per il futuro del vostro team”.
Migliorare con riunioni, feedback e valori condivisi
Un capitolo centrale del libro è dedicato a come organizzare quelle che l’autrice chiama le “riunioni formidabili”, considerate come uno dei momenti lavorativi fondamentali per efficientare le attività del team. Zhuo dispensa consigli su come il responsabile deve ingaggiare i collaboratori, farli sentire sicuri nell’esporre il proprio punto di vista e, infine, stimolare un confronto costruttivo per prendere una decisione finale. Per vivere e lavorare meglio, il manager deve però anche comprendere che non tutte le riunioni richiedono la sua presenza: “La vita è troppo breve per essere sprecata in riunioni scadenti. Puntate a far sì che ognuna di quelle a cui prendete parte sia proficua, formidabile e stimolante, cosicché il vostro team riesca a collaborare di più”.
Una strategia per sviluppare meglio il gioco di squadra è imparare l’arte – così è definita nel libro – dei feedback, perché le critiche costruttive aiutano le persone a crescere. Zhuo riporta con sincerità quelle peggiori che ha ricevuto in carriera, i suoi sentimenti a riguardo e il suo percorso di miglioramento: “Ogni rapporto è differente, quindi la frequenza, lo stile e il tipo di feedback che funziona per una persona potrebbe non essere adatto a qualcun altro. Gli errori sono inevitabili, ma se un feedback è adeguato e aiuta qualcuno a crescere, non c’è sensazione migliore al mondo”. Nelle pagine sono esplorati anche casi specifici per sviluppare questa arte, per esempio come riferire una brutta notizia o stimolare in modo positivo i collaboratori.
In chiusura, dopo aver approfondito le tematiche delle assunzioni efficaci e della gestione di team in espansione, Zhuo si sofferma su come promuovere la cultura aziendale, cioè le norme e i valori che governano una organizzazione aziendale. Il manager deve, infatti, stabilire il tipo di squadra di cui vuole fare parte, concretizzare nei fatti i suoi insegnamenti e stimolare il personale con i giusti incentivi. Il punto di arrivo finale del libro è, però, comprendere che si è solo all’inizio del proprio percorso di miglioramento. “C’è ancora molto da imparare, e sono lontana dall’essere il tipo di manager che aspiro a diventare. Ma con il tempo, la forza di volontà e in mindset dinamico, le lezioni future saranno proprio lì, a portata di mano”, è l’incoraggiamento della manager.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
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