Allineare il lavoro alla missione dell’azienda con gli OKR
Dopo l’incendio del 1666, l’architetto Christopher Wren comprese che per ricostruire la Cattedrale di St. Paul’s era necessario che tutti i collaboratori credessero nella stessa visione: non impilare semplicemente un mattone sopra un altro, ma immaginare l’intera opera d’arte. Gli Objectives and key results (più noti con l’acronimo OKR) sono proprio lo strumento utilizzato per concepire la cattedrale, come spiega nel libro OKR for all (Ayros, 2023) Vetri Vellore, Founder e CEO di Ally.io (startup di software OKR, acquisita nel 2021 da Microsoft) e Corporate Vice President di Microsoft Viva Goals.
Gli OKR sono, infatti, un framework di impostazione degli obiettivi finalizzato a coinvolgere le persone rispetto agli obiettivi strategici dell’azienda. La metodologia non è recente, ma risale agli Anni 70, come ha sottolineato nella prefazione Daniele Palmitesta, Partner e Co-Founder di Oblics, società di advisory specializzata in Change management, digital adoption e new way of working che ha curato la versione italiana del manuale: eppure solo di recente si sta diffondendo tra le imprese.
A dare nuova linfa agli OKR è stata la pandemia che ha provocato una accelerazione della complessità organizzativa. Si pensi, per esempio, all’introduzione del lavoro ibrido che ha comportato il disallineamento di identità tra impresa e lavoratore. “Le aziende hanno urgente bisogno di velocità e agilità sempre maggiori, mentre l’aumento del lavoro remoto e distribuito porta nuove sfide”, ha scritto Vellore. Nell’esperienza personale dell’autore, infatti, gli OKR hanno costituito, nel marzo del 2020, un punto di riferimento per tutto il team.
La metodologia, quindi, punta ad aiutare le aziende a declinare i propri scopi in obiettivi misurabili, capaci di motivare il personale, così da aumentare produttività e benessere. Pur essendo uno strumento efficace, non tutte le imprese ne hanno ancora compreso la portata innovativa. Questo perché, come ha sottolineato l’autore del libro, molti leader ignorano che i collaboratori non siano debitamente informati del purpose delle loro attività: “La percezione del contesto si perde assai rapidamente man mano che attraversa i diversi livelli di azienda”. Allo stesso tempo, le persone non si sentono coinvolte in azienda, perché convinte di ‘impilare solo mattoni’ come gli operai della Cattedrale di St. Paul’s e quindi di essere impegnate solo su scopi di breve termine.
Il valore della collaborazione nell’organizzazione
La prima parte del libro spiega i fondamenti dello strumento, sottolineando la transizione di importanza dall’output (i risultati immediati) all’outcome, cioè l’impatto del lavoro. Fondamentale per questo cambio di mentalità è che il team sia coinvolto nella definizione e nel raggiungimento degli scopi. La logica della metodologia, per avere successo, deve sempre essere collaborativa: “La creazione prevede un processo collaborativo nel quale nessun OKR, a nessun livello, è costruito in isolamento o senza un dialogo in entrambi le direzioni”.
La formula per scrivere un OKR è riassumibile in una frase efficace: “Otterrò un obiettivo misurato in base ai risultati chiave attuando iniziative chiave”. Per adottare lo strumento, il gruppo di lavoro deve quindi scegliere da tre a massimo cinque obiettivi, alcuni più raggiungibili uniti ad altri più ostici, e definirli in modo chiaro. Successivamente stabilire i risultati chiave, cioè le fasi che aiutano a chiarire se si sta avanzando nella giusta direzione. Infine, attuare le iniziative chiave, quindi le azioni concrete per determinare il successo della missione. “Gli OKR, ‘obiettivi e risultati chiave’ sono concepiti per aiutare a rispondere a tre distinte domande: dove voglio andare? Come farò a sapere se ci sto arrivando? Che cosa farò per arrivarci?”, ha spiegato l’autore. Per verificare il raggiungimento della missione è necessario strutturare verifiche ricorsive.
Dopo aver declinato la funzione dei OKR per ogni funzione aziendale e analizzato il ritmo ottimale di incontri periodici tra i responsabili, nell’ultima parte del libro, Vellore descrive l’avvio della metodologia nell’organizzazione attraverso la definizione di figure chiave, cioè personale specifico che supervisiona l’impegno del team. Per aumentare produttività e benessere, l’azienda deve, in conclusione, strutturare una specifica direzione da seguire, rispetto a propri tempi e obiettivi, mantenendo l’ottimismo e imparando dagli sbagli. “Il mio vero obiettivo è che usiate gli insegnamenti di questo libro sugli OKR per trasformare in realtà le vostre visione e strategie più ambiziose. E che lo facciate nei tempi giusti, nei modi migliori e come team con uno scopo condiviso”, è l’augurio dell’autore.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
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