Combattere il burnout con l’Intelligenza emotiva
Il burnout è in aumento, soprattutto tra i giovani, e il benessere è in calo. Il rapporto State of the heart 2023 mette in luce trend allarmanti riguardanti la salute emotiva globale. Tuttavia, c’è speranza: le competenze emotive possono essere acquisite. L’Intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui, essenziale per affrontare le sfide quotidiane e per il futuro del lavoro, come indicato dal World economic forum, che classifica otto competenze di Intelligenza emotiva tra le prime 10 abilità richieste per il 2025.
L’indagine funge da campanello d’allarme per la necessità urgente di migliorare l’Intelligenza emotiva a livello globale. Nonostante alcune tendenze positive, come la resilienza dimostrata dalle donne e il miglioramento in alcuni settori, il calo complessivo dell’Intelligenza emotiva e del benessere richiede interventi immediati: migliorare questa competenza potrebbe non solo aiutare a superare le attuali sfide, ma anche preparare meglio individui e organizzazioni per il futuro.
L’impatto della pandemia da covid-19
Dal 2018 al 2022 i punteggi globali di Intelligenza emotiva sono diminuiti drasticamente. Le otto competenze misurate dal Six Seconds emotional intelligence assessment hanno subito tutte una riduzione, con le perdite maggiori osservate nella motivazione intrinseca (-6,4%), nell’ottimismo (-5,9%) e nella capacità di perseguire obiettivi eccellenti (-5,5%). La pandemia da covid-19 ha avuto un impatto significativo sul benessere globale, con sette persone su 10 che si dichiarano in difficoltà. I livelli di stress e di isolamento sociale sono ai massimi storici. Solo il 23% dei dipendenti a livello mondiale si sente coinvolto nel proprio lavoro, mentre il 60% si descrive come emotivamente distaccato. Questa situazione ha portato a un aumento del burnout, con molti che si sentono più instabili e meno capaci di navigare le proprie emozioni.
Contemporaneamente, l’esperienza della pandemia ha modificato la percezione del rapporto tra lavoro e benessere. Per esempio, il rapporto Work trends di Microsoft ha evidenziato che oltre la metà dei dipendenti (53%) è incline a priorizzare la salute e il benessere rispetto al lavoro. Inizialmente, sembrava che le organizzazioni condividessero questa visione, e che la pandemia avrebbe rappresentato una svolta: nel 2020 il 49% degli intervistati ha dichiarato che la propria organizzazione si preoccupava del loro benessere (un aumento di 20 punti rispetto al 2019, il dato più alto mai registrato). Da allora, però, questo numero è calato fortemente, generando un impatto significativo sull’energia delle persone e confusione emotiva.
Una questione di genere?
Dal report emerge che l’Intelligenza emotiva non è distribuita uniformemente nel mondo. Per esempio, alcuni continenti o regioni geografiche hanno visto un miglioramento nel coinvolgimento dei dipendenti e nella gestione delle emozioni, mentre altre lottano ancora con alti livelli di stress e burnout, a dimostrazione di quanto le strategie per migliorare l’Intelligenza emotiva devono essere adattate alle specifiche esigenze locali.
Allo stesso modo, anche il genere fa la differenza. Le donne hanno dimostrato una significativa resilienza post-pandemia, con punteggi di Intelligenza emotiva e fattori di successo che sono migliorati dal 2021. Questo trend positivo, tuttavia, è accompagnato da preoccupazioni per il benessere generale, che rimane una sfida cruciale. Pur affrontando difficoltà significative, le donne stanno guidando la ripresa e dimostrano di poter fungere da modello per la resilienza emotiva.
Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.
intelligenza emotiva, State of the heart 2023, Six Seconds