Manager, cosa ti tiene sveglio la notte?
Quali sono le preoccupazioni più frequenti dei manager? Questa è il quesito che lo studio People Risk 2024, realizzato dalle società di consulenza Mercer e Marsh del gruppo statunitense Marsh McLennan, ha cercato di dipanare. Per capire quali temi sono maggiormente percepiti come sensibili, lo studio ha coinvolto quasi 3mila responsabili delle Risorse Umane e altrettanti esperti di rischio a livello globale, di cui 110 italiani divisi equamente. Prima di rispondere a questa domanda, però, è opportuno fare una distinzione: i problemi e i fattori di rischio non sono la stessa cosa, in quanto i primi sono spesso l’effetto dei secondi. È per questo motivo che molte aziende stanno affiancando all’HR la figura del Risk manager: “Si tratta di una figura più pratica, che monitora le problematiche e cerca di colmare il gap, mentre il People manager valuta una prospettiva più a lungo termine”, ha dichiarato Marco Valerio Morelli, CEO della società di consulenza HR Mercer Italia, commentando i risultati della ricerca
Ragionando in un’ottica a breve termine, le aziende italiane sembrano temere soprattutto i cambiamenti legislativi: all’interno del contesto nazionale, infatti, le organizzazioni non vedono di buon occhio l’evoluzione del contesto normativo, vista più come un elemento di disturbo piuttosto che portatrice di nuove possibilità. L’aderenza alle leggi e ai vincoli finanziari, infatti, comporta spesso il ripensamento di processi e strategie consolidate, anche in ambito HR. Proprio dalle difficoltà legate alla gestione delle risorse umane nasce il secondo rischio più segnalato dai manager italiani, la disparità di trattamento dei dipendenti. L’equità, l’inclusione e la crescita meritocratica sono obiettivi la cui ambizione richiede grande sforzo e importanti investimenti. Gli intervistati credono che, in questo momento storico, il presidio dei principi di DE&I sia fondamentale per evitare ‘conflitti sociali’ all’interno delle aziende.
A livello globale, invece? La preoccupazione principale che attualmente coinvolge il mondo organizzativo non è difficile da immaginare: l’aumento dei costi per i benefit e la tutela della salute dei dipendenti. Aziende e manager hanno oramai sviluppato una profonda coscienza della necessità di adottare strategie di wellbeing efficaci, ma l’aumento dei costi dei servizi legati al benessere dei dipendenti può essere un importante fattore di rischio. “Malattie croniche, mentali, condizioni di lavoro non perfettamente sicure: sono tutti elementi percepiti fortemente da HR e Risk manager”, ha spiegato l’Amministratore Delegato di Mercer Italia, che ha concluso la riflessione sottolineando lo stretto legame tra salute, ingaggio e produttività.
Laureato in Comunicazione e Società presso l’Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all’interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.
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