Trump_Zelensky_PDM3

Trump-Zelensky, l’importanza di gestire le emozioni

L’incontro tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale della Casa Bianca è stato un esempio lampante di come le emozioni e la frustrazione possano influenzare negativamente una situazione e far perdere opportunità preziose. Durante l’incontro, il padrone di casa ha accolto l’ospite con un tono inizialmente amichevole; la situazione è poi rapidamente degenerata in uno scontro verbale acceso. Per giunta a favor di telecamere.

È stato un episodio gravissimo che ha rischiato di incrinare la sicurezza dell’intera Europa. A determinarlo è stata la mancata gestione delle emozioni e la non comprensione del contesto. Per chi si occupa di management è quindi una straordinaria occasione per analizzare quanto accaduto e per ‘consolarsi’, imparando che anche ai grandi della Terra capita di essere sopraffatti dalle situazioni. Questo episodio offre, infatti, uno spunto per riflettere sull’importanza della gestione delle emozioni nelle situazioni critiche e sull’impatto che queste possono avere sulle nostre decisioni e sulle relazioni interpersonali.

Il confronto sul negoziato

Fin dai primi minuti dell’incontro, è apparso evidente lo scetticismo di Zelensky riguardo al negoziato. Sebbene questa presa di posizione possa essere giudicata legittima, non era opportuno considerarla la posta in gioco. La capacità di mantenere la calma e la lucidità – anche in situazioni di grande pressione – è una qualità essenziale per qualsiasi leader. Quando le emozioni prendono il sopravvento, possono offuscare il giudizio e portare a decisioni impulsive che possono avere conseguenze negative a lungo termine.

Nel caso di Zelensky, la sua frustrazione è emersa quando ha chiesto la parola per porre una domanda direttamente al Vicepresidente James David Vance, che stava parlando del “percorso di pace”, criticando l’ex Presidente Usa Joe Biden. Il Presidente ucraino ha ricordato come il suo omologo russo, Vladimir Putin, avesse già violato un cessate il fuoco e altri accordi in passato, sottintendendo che il negoziato fosse dunque inutile. È stato proprio questo atteggiamento sprezzante ad aver avuto un impatto negativo sulla dinamica dell’incontro, mettendo a rischio un accordo importante per l’Ucraina.

Uno degli errori più gravi di Zelensky è stato il modo con il quale ha liquidato la via diplomatica, negando alla radice qualsiasi chance al negoziato. Questa – qualcuno ha etichettato come “sgrammaticatura politica” e “scivolone” – ha sabotato in diretta televisiva la politica dell’amministrazione Trump a pochi minuti dalla firma di un importante accordo. Nonostante il suo scetticismo, il Presidente ucraino avrebbe dovuto mostrare di essere pronto a considerare questa nuova opportunità, invece di negarla categoricamente. L’effetto prodotto è stato di minare la fiducia e la cooperazione tra le due parti, creando una frattura difficile da sanare.

La capacità di gestire le emozioni

La gestione delle emozioni è cruciale non solo nelle relazioni internazionali, ma anche nella vita quotidiana. Quando ci troviamo di fronte a situazioni difficili, è importante prendersi un momento per riflettere e per valutare le nostre emozioni. Riconoscerle e accettarle è il primo passo per gestirle in modo efficace. Una volta consapevoli di quanto proviamo, possiamo lavorare per mantenere le emozioni sotto controllo e prendere decisioni più razionali e ponderate. Questo processo richiede autoconsapevolezza e pratica costante, ma può portare a una maggiore resilienza e a una migliore gestione delle sfide della vita.

Un altro aspetto cruciale nella gestione delle emozioni – a essa strettamente collegato – è il rispetto per gli altri. Anche quando siamo frustrati o arrabbiati, è importante trattare gli altri con rispetto e considerazione. Questo non solo aiuta a mantenere relazioni positive, ma può anche prevenire conflitti e malintesi che possono sorgere a causa delle emozioni negative. Nel caso dell’incontro Trump-Zelensky, la mancanza di rispetto reciproco ha contribuito a creare una situazione di tensione e incomprensione. Il Presidente Usa ha ricordato al suo interlocutore che lui non è né Barack Obama né Biden e ha sottolineato la sua differenza rispetto ai suoi predecessori. Tuttavia, Zelensky ha frainteso, rispondendo con un’uscita peggiore, dettata probabilmente dalla frustrazione: “In guerra tutti hanno problemi, anche voi. Ma voi avete un bell’oceano in mezzo e non la sentite ora, ma la sentirete in futuro… God bless you will not having war”. Questa affermazione ha fatto alterare Trump, che era rimasto calmo fino a quel momento.

Questa situazione dimostra quanto sia importante mantenere il controllo delle proprie emozioni e comunicare in modo assertivo, ma rispettoso. Quando ci lasciamo sopraffare dalle emozioni, rischiamo di compromettere le nostre relazioni e di perdere opportunità preziose. Zelensky – forse per ingenuità o per instabilità emotiva dovuta a tre anni di conflitto – ha commesso un errore fatale, mettendo a rischio il supporto degli Stati Uniti e la possibilità di raggiungere un accordo di pace. È meglio, in questi casi, lasciare che siano i fatti a darci ragione, piuttosto che forzare le cose volendo convincere a tutti i costi i nostri interlocutori con argomentazioni emotive poco ponderate.

L’episodio dello Studio Ovale ha messo in dubbio la capacità di Zelensky di gestire una transizione verso la pace, sottoscrivendo impegni che richiedono una elevata capacità negoziale e di tenere assieme sensibilità, culture e interessi profondamente diversi. Perfino il senatore Lindsey Graham, uno dei più caldi sostenitori dell’Ucraina negli Stati Uniti, ha criticato severamente il Presidente ucraino, dichiarando che ha reso quasi impossibile convincere il popolo americano che è un buon partner commerciale.

Gli esempi di Churchill, Mandela e Alessandro Magno

La storia è piena di esempi in cui la gestione delle emozioni ha giocato un ruolo cruciale nel determinare il corso degli eventi. Uno significativo è quello di Winston Churchill durante la Seconda Guerra mondiale. L’allora Premier britannico, noto per la sua determinazione e il suo spirito combattivo, riuscì a mantenere la calma e la lucidità anche nei momenti più difficili del conflitto: la sua capacità di gestire le emozioni e di trasmettere fiducia e speranza al popolo britannico fu fondamentale per mantenere alto il morale e per guidare il paese verso la vittoria.

Un altro esempio storico è quello di Nelson Mandela, che trascorse 27 anni in prigione durante il regime dell’apartheid in Sudafrica. Nonostante le ingiustizie subite, il Presidente sudafricano riuscì a mantenere il controllo delle sue emozioni e a lavorare per la riconciliazione e la pace nel suo Paese: la sua capacità di gestire la rabbia e il risentimento gli permise di diventare un simbolo di speranza e di cambiamento, portando alla fine dell’apartheid e alla costruzione di una nazione più giusta e inclusiva.

Anche nella storia antica troviamo esempi di gestione delle emozioni. Alessandro Magno, uno dei più grandi conquistatori di tutti i tempi, era noto per la sua capacità di mantenere la calma e la lucidità durante le battaglie. La sua abilità nel gestire le emozioni gli permise di prendere decisioni strategiche e di ispirare le sue truppe, portandolo a conquistare vasti territori e a creare uno degli imperi più estesi della storia. Sono tutti esempi di negoziazione da posizioni di debolezza, non di forza: la partita si gioca prima dentro di noi, tra i pensieri, nel nostro corpo. È questo il campo di battaglia che dobbiamo riappacificare e rasserenare prima di incontrare gli altri.

L’incontro tra Trump e Zelensky ha messo in luce l’importanza di gestire le emozioni e la frustrazione per evitare situazioni complicate e dannose. Mantenere la calma, riflettere sulle nostre emozioni e trattare gli altri con rispetto sono principi fondamentali che possono aiutarci a navigare. Un’ultima nota sul tema. Fortunatamente dietro i grandi della Terra ci sono moltissime altre persone (spesso nell’ombra), che sono preparate, risolute e in grado di pesare i pro e i contro di ogni scelta. È a loro che dovrebbe andare il plauso, alla fatica di provare sempre a riannodare fili che si sfilacciano per un nonnulla dopo che, pazientemente, erano stati annodati. C’è da augurarsi che la perseveranza e la riflessione suppliscano sempre al crollo dei nervi.

ucraina, emozioni, Trump-Zelensky, negoziato pace


Luigi Bastianello

Luigi Bastianello

HR Manager con ampia esperienza del mondo Manufacturing. Studia e analizza i contesti sempre più mutevoli per supportare Persone e Business. Seleziona persone che in ogni ruolo possano contribuire con la propria peculiarità, promuovendo progetti e politiche retributive mirate a favorire il benessere e la meritocrazia diffusa. Da sempre affascinato dalla relazione tra Psicologia, Diritto e dal mondo Produttivo in generale. Lascia un impiego in una Agenzia per il Lavoro per conoscere come “si fanno le cose” e studiare l’amministrazione e le regole che ci stanno dietro.  Dopo la laura in Filosofia decide di frequentare – lavorando – un Master in Gestione Risorse Umane, studiando costantemente e mi documentandosi per approfondire il diritto del lavoro, le tematiche commerciali, di posizionamento del prodotto e l’organizzazione aziendale, abbracciando la filosofia lean.

Trump_DEI

C’è ancora un futuro per la DEI nell’era Trump?

Il discorso programmatico del neopresidente degli Stati Uniti Donald Trump ...
Partecipazione

Il successo è questione di responsabilità (diffusa)

Un elemento chiave per migliorare le performance aziendali è costruire ...
Parità vincente

La parità come motore di crescita

/
Esempi virtuosi, visioni per il futuro e strategie aziendali sono ...

Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24
EMAIL: redazione.pdm@este.it - P.I. 00729910158

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
Web engineering and design by Sernicola Labs