A ogni ruolo la giusta competenza
Il tema delle competenze è sempre di attualità nelle aziende, che si interrogano spesso sulla questione in relazione al loro futuro. Non sembra essere lo stesso, però, in altri ambiti, per esempio in quello politico. Un caso emblematico recente è quello che ha visto protagonista il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, che a dicembre 2019 si è incontrato a Villa Madama con Sergej Viktorovič Lavrov, suo omologo russo.
Come ha ricordato Mattia Feltri in un articolo su La Stampa, il curriculum di Lavrov è del tutto differente da quello di Di Maio: dopo la Laurea in Relazioni internazionali, a 26 anni lavorava già al Ministero degli Esteri e nella sua lunga carriera diplomatica ha avuto numerose esperienze di rilievo, tra cui quella di essere stato più volte Presidente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
In un mondo sempre più complicato, caratterizzato da tematiche sintetizzate dall’acronimo inglese Vuca (Volatility, uncertainty, complexity, ambiguity), le competenze delle persone risultano fondamentali per capire e governare le trasformazioni in atto.
Il ‘sapere di ieri’ legato al ‘sapere del domani’ è fondamentale per ogni professione, non solo quella politica. Oggi più che mai è necessario avere competenze adeguate per non essere travolti dalle grandi trasformazioni.
Ciò vale anche nelle aziende, chiamate a comprendere i cambiamenti in atto legati alla digitalizzazione, ai nuovi paradigmi spazio-temporali e ai rapporti tra le persone. Queste ultime, a loro volta, devono aggiornare le proprie competenze per saper stare consapevolmente in questo mondo.
Se le imprese si interrogano continuamente su questo tema, è difficile capire perché ciò non valga allo stesso modo anche in certi ambienti di alto livello istituzionale. Prendendo spunto da tutto questo, proponiamo una riflessione di Federico Butera, Professore Emerito di Scienze dell’Organizzazione e membro del Comitato Scientifico della rivista Sviluppo&Organizzazione.
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