Abbiamo (ancora) bisogno del galateo in azienda
“Business is business”, dicono gli anglosassoni; e un tempo questo significava che tutto è lecito pur di raggiungere l’obiettivo e che bisogna usare tutte le risorse a disposizione. Negli ultimi decenni, le regole comportamentali nelle organizzazioni si sono focalizzate su temi etici che sfiorano talvolta la morale: si condannano apertamente la corruzione, i collegamenti con le associazioni a delinquere, il lavoro minorile, lo sfruttamento di lavoratori fragili, le discriminazioni di ogni tipo e si promuovono, per fortuna, condotte virtuose come il rispetto per l’ambiente, la legalità in ogni attività aziendale, l’inclusione, l’attenzione alla sicurezza, ecc.
La strategia è cambiata e si dà molto più valore alle capacità psicoattitudinali delle persone coinvolte, si riconoscono e ricercano le soft skill, competenze che facilitano la comunicazione, il lavoro di gruppo, la gestione dello stress e che non si possono apprendere facilmente, come l’utilizzo di un programma online. Tra queste si annovera la business etiquette, l’arte del galateo sul posto di lavoro, inteso in vari modi a seconda delle circostanze, ma fondamentale per un armonioso svolgersi delle interazioni lavorative. Lo sostiene Sibyl von der Schulenburg, imprenditrice nel settore della Telecomunicazione e autrice di International Business Etiquette. Il galateo per chi lavora (Golem Edizioni, 2022).
Un excursus nelle dinamiche quotidiane della vita lavorativa
La scrittrice ritiene che rispettare il galateo nel mondo del lavoro sia una competenza che si può apprendere e che occorre solo avere a disposizione gli strumenti giusti per farlo. “Non troverete suggerimenti sull’utilizzo del cellulare, se a tavola va messo a destra o a sinistra del piatto, o piuttosto silenziato e tenuto in tasca. Si presume che le semplici regole di buona educazione siano note a chi si avvicina a questo libro”, presuppone (forse erroneamente) von der Schulenburg.
Il libro è pensato come un manuale che tocca temi come l’intelligenza emotiva e interculturale, cioè la capacità di colmare il gap tra varie culture in gioco, e cerca di dare gli strumenti per passare dalla semplice business all’international (o intercultural) etiquette. Una serie di cinque ‘pillole’ messe alla fine di ogni capitolo ricorda brevemente l’argomento che si è trattato (per esempio il colloquio di lavoro o l’abbigliamento).
La modalità di svolgimento del testo passa per una prospettiva personale, con vicende di vita vissuta, e invita a riflettere sulle note differenze esistenti tra il mondo occidentale e quello orientale partendo da brevi cenni teorici, per poi fare immedesimare chi legge nelle sue esperienze mediante il racconto di episodi reali e concreti. Il manuale è rivolto a chi si accinge, nel presente sempre più globale, ad affrontare incontri di lavoro, all’estero o in Italia, magari in sale riunioni virtuali con nuove regole per vecchi obiettivi o con vecchi metodi per nuovi scopi. “Il compito diventa sempre più arduo e la conoscenza dei criteri di applicazione di regole comportamentali in ambito lavorativo può fare la differenza”, scrive l’autrice.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
Sibyl von der Schulenburg, International Business Etiquette, galateo