Affrontare le trasformazioni in atto per un futuro più sostenibile
Nel 2020 molte aziende hanno aperto le porte al digitale e al lavoro da remoto per la prima volta, complice l’emergenza sanitaria. Ma dopo i cambiamenti effettuati per necessità, ora serve cavalcare questa nuova ondata che, in maniera similare alle altre che l’hanno preceduta, rappresenta un processo di evoluzione tecnologica ed economica che vede la transizione da un sistema industriale a un altro più moderno.
La domanda da porsi è, allora, come possono le aziende affrontare la trasformazione in atto e quali le attitudini richieste ai singoli manager e collaboratori, atteso che nelle organizzazioni il ruolo del controllo gerarchico e della struttura piramidale verrà di sicuro fortemente ridimensionato a favore dell’autonomia? Se l’è chiesto Luigi Adamuccio, Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione di Banca Popolare Pugliese e della società controllata BPP Service, nel libro Le organizzazioni aziendali e il futuro che è già qua (Fausto Lupetti, 2021).
Il testo non vuole dare risposte e ricette preconfezionate, ma si pone domande cercando di analizzare la situazione di partenza e immaginando in anticipo le problematiche nei possibili scenari futuri. “Molti degli attuali mestieri entro 10 anni non esisteranno più ed altri nuovi ne nasceranno. Dalla quantità si passerà alla qualità del lavoro e dei suoi output, con una nuova gestione del tempo durante le nostre giornate dedicate alle attività aziendali”, è scritto nell’introduzione del libro di Adamuccio, autore anche di vari articoli sulla rivista Persone&Conoscenze, edita dalla casa editrice ESTE, editore anche del nostro quotidiano.
Ricercare una strategia di business responsabile
Il volume analizza le condizioni organizzative di base per implementare in azienda strategie innovative di tale portata, in un ambiente sempre più turbolento che richiede il ripensamento delle modalità di presidio del mercato e dei modelli di business, per una gestione che non guardi solo al profitto, ma miri a un obiettivo più alto.
Per raggiungerlo, l’autore indica tre campi di interesse: la sostenibilità ambientale, che chiama in causa una forte responsabilità nell’utilizzo delle risorse; la sostenibilità economica, che comporta una sfidante capacità di generare reddito e, nel contempo, un’equa distribuzione della ricchezza; la sostenibilità sociale, un tema più di recente all’attenzione del mondo delle organizzazioni aziendali, anche a seguito della pandemia, con l’obiettivo di arrivare convintamente a soddisfare i bisogni dei lavoratori di tutte le generazioni, in termini di sicurezza, formazione, benessere fisico e psicologico.
Una nuova strategia che finisce per comprendere, assorbire e superare scelte facoltative come quella della responsabilità sociale d’impresa, oggetto negli scorsi decenni di un ampio dibattito. Nel pensare il nostro futuro prossimo, quindi, per Adamuccio è necessario un vero e proprio cambiamento di paradigma: “Del resto, chi non è in grado di progettare il proprio futuro è destinato a subire quello che gli viene disegnato da altri”.
Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino.
Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica.
Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.
luigi adamuccio, Le organizzazioni aziendali e il futuro che è già qua, Banca Popolare Pugliese