AI, l’Italia ha la sua strategia per innovare
Nuovi strumenti finanziari, servizi di supporto, infrastrutture tecnologiche e opportunità di collaborazione con il mondo della ricerca. Sono questi alcuni punti chiave della Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 che offre soluzioni per le aziende italiane che vogliono innovare con l’Intelligenza Artificiale (AI). Presentato il 22 luglio 2024 dal Sottosegretario all’Innovazione tecnologica Alessio Butti e dal comitato di 14 esperti coordinato da Gianluigi Greco, il documento (qui il link per consultarlo nella versione integrale) arriva in un momento cruciale perché è recente l’approvazione dell’AI Act da parte dell’Unione europea (la legge Ue che regola lo sviluppo dell’AI) e l’avvio del dibattito parlamentare sul disegno di legge governativo su questa tecnologia, che prevede 1 miliardo di euro di investimenti.
La strategia italiana sull’AI si articola in quattro macroaree (Ricerca, Pubblica amministrazione, Imprese e Formazione) e propone 24 azioni; al centro del progetto c’è la creazione di una Fondazione, sotto il controllo della Presidenza del Consiglio, che avrà il ruolo di coordinare e attuare le diverse iniziative legate all’AI. Tra queste: la realizzazione di un registro nazionale di dataset e modelli di AI, che dovranno essere trasparenti, affidabili ed etici; l’ampliamento della rete di connettività, con particolare attenzione alle aree ad alta densità di traffico.
“La Strategia è un contributo fondamentale per definire una normativa e delle politiche nazionali sull’AI, in linea con i principi etici e i valori europei, e per promuovere lo sviluppo di questa tecnologia in modo efficace e sicuro”, ha detto Butti durante la presentazione. “Questa iniziativa inquadra l’AI come un concreto motore di sviluppo per il nostro Paese, promuovendo lo sviluppo e l’adozione di soluzioni trasparenti e affidabili, in sintonia con i nostri valori”, ha commentato Greco.
Colmare il gap tra la ricerca e l’applicazione
L’obiettivo principale è accelerare il salto qualitativo delle aziende italiane verso l’uso dell’AI, colmando il divario che esiste tra un sistema della ricerca avanzato e dinamico e un tessuto produttivo ancora arretrato. Il documento ricorda, infatti, che solo il 15% delle Piccole e medie imprese (PMI) ha avviato un progetto pilota di AI, che i brevetti sono circa 600 e le startup fondate a partire dal 2017 sono poco più di 350: questi dati ci collocano in fondo alla classifica europea sullo sviluppo di questa tecnologia. Eppure, l’AI, secondo gli esperti, potrebbe avere un impatto enorme sulla crescita economica, aumentando il Prodotto interno lordo italiano fino al 18,2%.
Per questo motivo, la Strategia prevede una serie di misure a sostegno delle imprese, in particolare di quelle che hanno una vocazione ICT e di quelle che realizzano sistemi di AI. Queste imprese saranno chiamate a svolgere il ruolo di ‘facilitatori’, offrendo servizi basati sulla nuova tecnologia, certificando le competenze digitali e favorendo le sinergie tra grandi aziende e PMI per il trasferimento tecnologico.
Inoltre, è stato scritto nel documento, la Fondazione metterà a disposizione strumenti di corporate venture capital, private equity e voucher per l’innovazione. Per le imprese si prevedono anche laboratori tematici e centri-istituti sull’AI applicata, che coinvolgeranno più aziende dello stesso settore in collaborazione con enti di ricerca pubblici. Per le startup, si incentiveranno gli spinoff universitari, le partnership pubblico-privato, le azioni di capitalizzazione e i progetti di sperimentazione in deroga regolamentare, previsti dall’AI Act europeo.
La Strategia si occupa anche di formazione (con tirocini, corsi di laurea, dottorati, programmi di upskilling e reskilling, corsi negli Istituti tecnologici superiori), di Pubblica amministrazione (con linee guida per promuovere l’IA, orientare acquisti e gare e realizzare applicazioni) e di ricerca (con lo sviluppo di modelli di apprendimento automatico italiani, supervisionati da un comitato etico, e un programma di ricerca fondamentale e innovativa per l’AI di prossima generazione). Infine, sono previsti un sistema di monitoraggio e un’Agenzia di vigilanza italiana, che dovrà semplificare il quadro regolatorio, evitando il rischio che troppo regole frenino lo sviluppo dell’AI.