Alla ricerca del senso del lavoro
Sempre più persone mettono in cima ai parametri per valutare la scelta di un lavoro il fatto che la mansione svolta riesca a conferire significato alla loro vita, dando la possibilità di realizzare qualcosa di utile per il bene dell’umanità (ovviamente questi aspetti vengono dopo l’attenzione allo stipendio). Secondo un sondaggio di McKinsey & Company del 2020, riportato di recente sul sito della BBC, l’82% dei dipendenti ritiene importante che la azienda per cui lavora contribuisca, con le sue attività, al miglioramento della società. Lo studio sottolinea inoltre che per il 70% degli intervistati il lavoro ha, in generale, un ruolo centrale nel dare significato alla propria esistenza, rendendoli anche maggiormente produttivi.
Questa necessità di caricare il lavoro di un significato più ‘alto’ è un processo che è cresciuto nel tempo, in maniera lenta e constante, insieme con il benessere e alla ricchezza della società. Per questo, nel momento in cui il soddisfacimento dei bisogni primari è stato soddisfatto, il significato attribuito al lavoro ha subìto un’evoluzione. In questo contesto hanno assunto un ruolo di primo piano necessità più legate alla sfera immateriale dell’autorealizzazione, di cui il lavoro è un elemento chiave.
L’identità di una persona è legata al lavoro che svolge
Un atteggiamento di questo tipo fa sì che la professione svolta da una persona sia un elemento cardine per definire la sua identità. “Quello che facciamo a lavoro permette di comunicare in molti modi chi siamo”, ha spiegato la psicologa clinica Stephanie Bot nell’articolo pubblicato dall’emittente britannica. Le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo in ufficio e per questo, secondo l’esperta, è ancora più importante che il bisogno di esprimere i propri valori possa avvenire senza ostacoli nel contesto lavorativo.
Ma la ricerca di significato nel lavoro non si identifica solo con la scelta di mansioni che diano un contributo al miglioramento della società. Un’altra accezione è, in generale, quella della valorizzazione del contributo del singolo collaboratore nel raggiungimento di obiettivi comuni. In sostanza sentirsi parte di una squadra che condivide una visione comune – nel quadro di relazioni sociali efficaci – è un altro modo di declinare la richiesta di dare significato al proprio lavoro.
Questo tema è diventato centrale con la pandemia: secondo uno studio del centro di ricerca americano Brookings le relazioni sono, di fatto, il fattore determinante più importante che dà un senso al lavoro. In particolare coloro che provano un forte senso di appartenenza all’organizzazione attribuiscono maggior significato al lavoro e si impegnano maggiormente per svolgere al meglio la mansione assegnata.
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