Alto debito e rischio default: cosa imparare dalla lezione Argentina
Quella che il Governo italiano ha appena varato per contrastare gli effetti della crisi innescata dal Covid-19 è la manovra più onerosa della storia repubblicana, con un deficit aggiuntivo di 55 miliardi. Si calcola che l’effetto combinato tra il maggior deficit destinato agli interventi urgenti e l’ormai probabile recessione porterà il debito pubblico italiano al 155,7% del Pil. Circa 2.600 miliardi di euro, con un aumento di oltre 190 miliardi rispetto al 2019. Il debito rimarrebbe “sostenibile”, secondo quanto si legge nel Def, ma occorrerà circa un decennio per riavvicinarsi alla media dell’area euro.
Se in Italia i timori per la crescita del debito pubblico sono rinviati alla fase successiva all’uscita dall’emergenza, c’è un altro Paese che in questi giorni deve fare i conti (ancora una volta) con un debito monstre. L’Argentina è, infatti, vicina al nono default. Il Governo di Buenos Aires ha sottoscritto una proposta ai creditori che punta a ottenere la ristrutturazione di una fetta del debito pari a 65 miliardi di dollari, estendendo il termine per un accordo al 22 maggio 2020. Lo stesso giorno va in scadenza una parte del debito. Senza un accordo e il saldo del debito, l’Argentina finirà per la terza volta in 20 anni in default.
Il Ministro dell’Economia argentino Martin Guzman ha puntato l’attenzione anche sulla pandemia da coronavirus, circostanza che renderebbe il Paese non più in grado di sostenere questo insormontabile livello di debito pubblico. L’Argentina ha imposto misure stringenti nel tentativo di rallentare il contagio. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) si aspetta per il 2020 una contrazione della produzione interna del 5,7%.
La dipendenza dal debito pubblico, che oggi è pari al 90% del Pil, è così forte che all’università di Buenos Aires hanno allestito un Museo del debito estero, visitato da tutti gli studenti di Economia. “Viene sempre presentato come la medicina”, ha detto a La Stampa Mateo Gadano, uno dei curatori, “ma è chiaro che l’indebitamento è la causa della nostra perenne ‘malattia’. Tutti i governi ricorrono a esso, poi sono obbligati a tagliare la spesa sociale per pagarlo e questo non fa che aggravare la situazione”.
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
debito pubblico, Italia, Argentina