Amazon e il sindacato che non s’ha da fare
Mentre in Italia si teneva il primo sciopero, negli Stati uniti si preparava la disfatta del primo tentativo di formazione organizzata dei lavoratori Amazon. I dipendenti dello stabilimento di Bessemer, in Alabama, hanno votato contro la formazione di un sindacato, pronunciandosi con 1.798 voti contro e soli 738 a favore. Era la prima volta che in una sede del colosso dell’ecommerce si teneva una votazione per istituire un sindacato.
Il voto di Bessemer è stato definito “il tentativo più solido” di creare un sindacato all’interno dell’azienda. Da sempre contraria alla promozione di organismi associativi di lavoratori, Amazon si è opposta duramente alle votazioni e, secondo i sostenitori della campagna, ha cercato di ostacolarle. Il Retail, Wholesale and Department Store Union (Rwdsu), il sindacato che ha promosso il voto, ha denunciato una campagna di volantinaggio nei bagni e nelle aree comuni con informazioni fuorvianti e contrarie alla nascita del sindacato. Per queste ragioni, Rwdsu ha già annunciato che presenterà ricorso contro l’esito del voto, accusando Amazon di aver interferito con il libero esercizio del diritto di voto dei lavoratori.
A oggi nessun dipendente Amazon negli Stati Uniti è iscritto a un sindacato. Fin dalla sua nascita la compagnia ha sempre scoraggiato la creazione di meccanismo di intermediazione fra lavoratori e dirigenti, nella convinzione che i sindacati il rapporto diretto e individuale tra dipendente e azienda, insegnando ai manager come riconoscere i primi segnali di attività tra i lavoratori.
Fonte: Reuters
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.