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Antonio Zamperla, addio all’imprenditore delle giostre

Era il Presidente di Zamperla The Amusement Rides Company e per tutta la vita aveva costruito giostre per ogni parco del mondo. Antonio Zamperla è morto il 17 novembre 2022, all’età di 72 anni. Classe 1951, vicentino di Altavilla Vicentina, Zamperla era entrato nell’azienda di famiglia a 20 anni: l’impresa fu fondata dal padre negli Anni 60, ma la passione per il divertimento si deve al bisnonno, un pasticcere di Ferrara, appassionato di ginnastica. Oggi in azienda c’è anche il figlio, Antonio Zamperla Jr, che ricopre il ruolo di Chief Innovation Officer, di recente ospite di una puntata del podcast ‘Il domatore di aquiloni’.

A raccontare la sua storia, fu lo stesso Zamperla nel 2017 su Sistemi&Impresa, la rivista ESTE dedicata alla tecnologie a forte impatto organizzativo: in una lunga chiacchierata con la Redazione – dopo un complicato inseguimento estivo, reso ancor più complesso dalle celebrazioni per il 4 luglio (si sentiva molto vicino al popolo Usa) – l’imprenditore veneto svelò come fu suo padre ad avere l’intuizione di produrre giostre, dopo che il nonno le utilizzava durante le fiere del cinema per attirare i compratori dei proiettori progettati dai fratelli Lumiere.

Entrato nell’organizzazione, nel 1976 Zamperla aveva aperto l’ufficio Usa e nel 1981 era tornato come Direttore Commerciale. Dal 1994 era Presidente dell’azienda e, tra le varie attività, aveva consolidato la presenza dell’impresa all’estero, aprendo uffici e filiali nelle Filippine, Cina, Uae, Russia, Slovacchia, ecc. Nel 2003 aveva fondato la società americana Cai che gestisce due parchi a New York: Victorian Gardens (realizzato insieme con l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump) e Luna Park. Nel 2010 era stato insignito dal Presidente Giorgio Napolitano del titolo di Cavaliere della Repubblica per aver promosso il prestigio del Made in Italy nel mondo; nel 2011 era stato scelto come Vice Presidente di Federmeccanica.

Nel corso della sua lunga carriera, Zamperla aveva anche raccontato le difficoltà di realizzare parchi divertimenti in vari Paesi del mondo, come in in Iraq dove nessuna compagnia italiana voleva trasportare le giostre sino a Baghdad. Per questo il personale italiano fu dotato di giubbotti antiproiettili e guidati da una scorta. “Mio padre mi raccontava che, durante la guerra, il mercato delle giostre andava forte, perché gli uomini hanno bisogno di evadere dalla realtà“, aveva detto nell’intervista a Sistemi&Impresa, che riproponiamo nella versione integrale, pubblicata sul numero di Settembre 2017 della rivista, con il titolo “Zamperla, da Trump a Kim Jong-un, il mondo è tutto una giostra”.

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Tomasin

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