Apprendere nuovi talenti, per prepararsi al futuro

Il futuro non è più quello di una volta. In un contesto sempre più volatile ed esposto alle crisi, l’orizzonte temporale delle nostre previsioni si è allungato. Se prima era normale, nella vita come nel lavoro, immaginare come sarebbero cambiate le cose a breve termine, oggi è diffusa l’attitudine a interrogarsi su un futuro che guarda ai prossimi 10, 20 o 50 anni. Progettare uno scenario è il primo passo per costruire il domani. E saper leggere esigenze e bisogni del futuro permette di acquisire sin da ora le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide.

Nasce con questo intento QNext – idee evolutive, il ciclo di incontri e spazi di confronto promosso da Quadrifor, l’Istituto bilaterale per lo sviluppo della formazione dei quadri del Terziario. A inaugurare il nuovo ciclo è stato Scenario 21 – Il Piccolo Futuro, evento realizzato in collaborazione con la società di formazione InContatto. Due ore di live streaming per comprendere le nuove esigenze organizzative e produttive delle imprese e aggiornare le competenze di middle manager e dipendenti attraverso 10 top trend del futuro della formazione.

Quattro le dimensioni indagate: consapevolezza e introspezione, convivenza e inclusione, futuro e trasformazione, tempo e azione. “L’obiettivo è provocare una riflessione che sia utile a potenziare la capacità di analisi degli accadimenti, attivare il pensiero strategico e prospettico, comprendere come stanno le persone dentro e fuori le organizzazioni”, ha spiegato Ilaria Di Croce, Direttore di Quadrifor. “La pandemia ha messo in luce un fenomeno ben preciso tuttora in atto, che consiste nel ‘trasferimento’ delle visioni proprie dei singoli individui su un orizzonte più collettivo. Esiste un forte desiderio di percepirsi insieme come comunità e di ridefinire le attuali modalità di relazione”.

Quattro talenti: introspettivo, inclusivo, trasformativo e generativo

Il Piccolo Futuro, ispirato alla dottrina della ‘piccola via’ di Santa Teresa di Lisieux fatta di piccole conquiste quotidiane, si è concentrato sullo sviluppo di quattro talenti, necessari per fronteggiare i cambiamenti in atto: introspettivo, inclusivo, trasformativo e generativo. L’analisi dei trend e lo studio del training necessario per acquisire i nuovi talenti sono stati affidati al team di InContatto, formato da Alessandra Della Pelle, Partner, Domenico Fucigna, Trend Expert, e Giuliano Caggiano, Coach. Sviluppare queste nuove capacità aiuta, infatti, a individuare le sensibilità emergenti, per prevedere l’impatto che avranno sui comportamenti di consumo e sulle scelte delle persone, e a indicare con anticipo ai manager delle organizzazioni i percorsi per sviluppare strategie di servizi e prodotti per il mercato futuro.

Secondo il World economic forum, d’altronde, nel mondo post Coronavirus il 35% delle competenze ritenute oggi essenziali cambierà. L’utilizzo di strumenti tecnologici diventerà indispensabile e occorrerà cambiare linguaggi e modalità di relazione. “L’emergenza sanitaria ha introdotto un nuovo luogo di lavoro, con la diffusione del lavoro agile, e in breve tempo anche la formazione è stata portata online. Per progettare il futuro delle imprese e dei lavoratori bisognerà, però, andare oltre la tecnologia, perché si rende necessaria una complessiva ridefinizione dei processi e delle risorse”, ha detto Rosetta Raso, Presidente di Quadrifor.

Ma quali sensibilità e quali valori guideranno le scelte future, nella vita privata come nel lavoro? Per Duccio Canestrini, antropologo, scrittore e giornalista, tre saranno i principali valori: positività, intesa come consapevolezza dell’importanza del nostro atteggiamento nei confronti della vita; diversità, come adattamento dei popoli alle differenti culture ma anche come accettazione del proprio essere ogni giorno diversi; infine, urbanità. “È una parola un po’ desueta, legata all’idea della città in opposizione alla presunta rozzezza della gente di campagna, ma va ripensata: si tratta di elevare le parole, non il tono della voce”.

La manifestazione più importante del pensiero simbolico è il linguaggio. “Oggi il futuro si configura attraverso le narrazioni che facciamo del mondo”, ha detto Canestrini. “Si contrappongono due narrazioni antitetiche: una basata sullo scientismo autoritario, gerarchico e produttivista, l’altra fondata su una visione empatica, fatta di apertura, ecologia, solidarietà e inclusività”.

Saper essere, oltre a sapere e saper fare

La nuova normalità, tanto invocata per il post pandemia, significa anche distanziarsi dalla norma finora in uso. A partire dall’abbandono dei pregiudizi e dalla valorizzazione delle differenze. Come ha saputo fare Alessandro Ossola, atleta paralimpico delle Fiamme Azzurre e Presidente di Bionic People, associazione no profit che punta a sensibilizzare le persone sui temi della disabilità e dell’inclusione sociale. “Ci sono eventi che ti cambiano e ti proiettano in una nuova realtà. E a volte serve davvero una forza bionica per affrontarli”, ha detto Ossola che nel 2015, dopo un incidente in moto, ha perso la moglie e la gamba sinistra. Insieme con gli altri ragazzi di Bionic People, insegna che esiste un metodo per superare le avversità. “Reagire agli eventi, realizzare quanto accaduto e riprendere in mano la propria vita. Avere a che fare con persone con esigenze diverse è un valore aggiunto per le aziende”.

Ci sono trasformazioni imposte e trasformazioni volute, ma per imparare qualcosa dai cambiamenti in atto bisogna avere gli strumenti giusti. “Con la pandemia ci siamo resi conto che la nostra cassetta degli attrezzi per rispondere alle vicissitudini della vita personale e professionale aveva bisogno di un ingrediente in più: non solo sapere e saper fare, ma soprattutto saper essere”, ha detto Fabrizio Sammarco, AD di ItaliaCamp, una impact organization che ha scelto di coniugare profit e no profit per sviluppare progetti e valutazioni di impatto sociale.

Immersi nella nuova normalità, siamo sempre alla ricerca di ciò che normalizzerà questa trasformazione. What’s next, dicono gli americani, cosa ci attende dopo? Ecco perché per Sammarco sarebbe meglio parlare di next normality” piuttosto che di “new normality. “Questa ci chiede di investire su una categoria del pensiero nuova, ovvero l’attitudine: uno stato dell’anima, non il titolo di un master o di un corso a catalogo. È un mix perfetto tra conoscenza e competenza”. Per poter toccare il senso profondo della trasformazione, bisogna vivere una condizione non di stasi, ma di moto. “Occorre ricercatezza e serendipità per mettersi nella direzione giusta”.

Scegliere la giusta attitudine e non dissipare il tempo

Scegliere la giusta attitudine significa anche allenare i propri talenti. Il talento trasformativo, in particolare, è quello che insegna a guardare avanti con ottimismo. “Anche la Digital transformation, da cui siamo stati tutti investiti, è una trasformazione sociale e organizzativa”, ha detto Caggiano. “La trasformazione, a differenza del cambiamento, è un processo ineluttabile che porta a un’evoluzione. È una trasformazione tecnologica sì, ma soprattutto culturale e personale: si deve prima lavorare sulla predisposizione culturale dell’azienda, poi sul digital mindset personale dei collaboratori e solo in ultimo mettere a disposizione gli strumenti”.

Infine, c’è la dimensione del tempo. Quello della pandemia è apparso un tempo sospeso: sospese le relazioni, sospese le abitudini di vita, in qualche caso sospeso anche il lavoro. Perennemente in bilico tra le incertezze, il tempo è stato spesso sprecato in occupazioni inutili. Il futuro sarà quindi segnato anche dalla responsabilità del tempo dissipato: le persone oggi sentono il bisogno di dedicarsi alle attività che preferiscono e anche il mondo del lavoro dovrà tener conto di questa nuova esigenza.

“Chi ha capacità e voglia di correre ha davanti a sé uno spazio enorme per diventare change maker e farsi attore del cambiamento. I quadri, come le imprese, hanno l’onore e l’onere di guidare la crescita del Paese. Avremo davanti un futuro positivo, se saremo in grado di percorrerlo in maniera responsabile”, ha concluso Agostino Cicalò, Vicepresidente di Quadrifor.

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