Giustizia

Assumere persone con precedenti penali fa bene al business

In Usa quasi 78 milioni di persone hanno precedenti penali e 700mila sono scarcerate ogni anno. I numeri sono del Brennan center for justice, organizzazione no profit legata alla New York University Law School. Per molte di queste persone trovare opportunità lavorative interessanti è particolarmente difficile: il tasso di disoccupazione per chi ha precedenti penali è del 27% – stando ai dati del think tank Prison policy initiative con base in Massachusetts e che si occupa di giustizia criminale – mentre la media nazionale si attesta intorno al 5,2%. In realtà non solo le persone con precedenti penali hanno un’elevata produttività e alti tassi di fidelizzazione, ma assumerle influisce direttamente sulla buona reputazione dell’azienda. Si tratta insomma di potenziali collaboratori da non trascurare.

A sottolinearlo è stata Elizabeth Kohm, Responsabile del programma di inserimento di questi profili per Shrm, una delle più grandi organizzazioni nell’ambito delle Risorse Umane, che però ha fatto anche notare come intorno alla questione ci siano disinformazione, false percezioni e paure. Molte persone, per esempio, non sono consapevoli di quanto sia grande il gruppo di cui stiamo parlando: si pensi che un americano su tre ha precedenti penali.

Benefici reputazionali (ed economici) per le aziende

Le persone hanno inoltre preoccupazioni fuori misura e che non corrispondono ai dati: temono che i colleghi e le colleghe possano nutrire preoccupazioni in merito, ma la ricerca condotta da Shrm ha dimostrato che il 66% dei dipendenti sarebbe orgoglioso di lavorare per un’organizzazione che offre formazione, orientamento e tutoraggio a persone con precedenti penali. E anche per quanto riguarda il punto di vista dei clienti sulla questione l’82% degli americani ha affermato di sentirsi a proprio agio nel sostenere un’azienda che è nota per dare alle persone una seconda possibilità. I leader aziendali e i professionisti delle risorse umane affermano poi che la maggior parte delle persone con precedenti penali svolge il proprio lavoro all’incirca allo stesso modo o meglio dei lavoratori senza precedenti penali.

Davanti alla carenza di manodopera in numerosi settori che dall’inizio della pandemia ci si trova a fronteggiare, coinvolgere sempre di più – e sempre meglio – questo gruppo di persone, ha concluso Kohm, potrebbe essere una grande opportunità tanto per le aziende quanto per chi sta cercando di ritrovare un proprio posto nella società.

Fonte: Benefit News

business, giustizia, penale, Elizabeth Kohm, think tank


Avatar

Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

Gabbioneta

Diversity & Inclusion, da valori etici a imperativi aziendali

/
Riconoscere l’importanza di fronteggiare le diseguaglianze e promuovere un ambiente ...
design_thinking

Mettere le persone al centro oltre gli slogan

/
Nel mondo della trasformazione digitale, si sente sempre di più ...
Emoji_comunicazione_azienda

Comunicare (in azienda) senza capirsi

/
Le emoji: forse lo strumento di comunicazione più universalmente riconosciuto ...

Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24
EMAIL: redazione.pdm@este.it - P.I. 00729910158

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - 20125 Milano