Benessere e genitorialità sono i nuovi paradigmi del welfare
La pandemia di Covid-19 diffusasi nel nostro Paese a inizio 2020 ha portato grandi stravolgimenti. E lo ha fatto su ogni fronte, in ambito lavorativo e personale. E questo ha portato le aziende a una nuova consapevolezza in ambito welfare, sempre più spinta verso il benessere delle persone e la loro qualità della vita.
Infatti, come spiega Sabrina Colombo, CEO di Digital Learning, azienda che ha sviluppato la piattaforma MasterMamma, “lo Smart working emergenziale è stato più ‘working’ che ‘smart’” e ciò ha spostato l’attenzione sull’equilibrio fra vita lavorativa e personale. E su come questo si sia spezzato, in favore del lato aziendale. Inoltre, il IV Rapporto Censis-Eudaimon fa emergere un dato preoccupante: quasi un lavoratore su due (44,2%) ritiene che il proprio lavoro sia peggiorato in questi mesi di emergenza sanitaria. “È ora di creare un nuovo equilibrio e scoprire nuovi paradigmi di benessere”, commenta Colombo.
Serve un supporto concreto…
Con l’introduzione (e il protrarsi) dell’Home working forzato, dunque, la sfera lavorativa ha preso il sopravvento su quella personale. Ma non finisce qui. Dopo un anno e mezzo dall’inizio dell’emergenza sanitaria molti team stanno ancora lavorando da remoto per il 100% e buona parte delle persone assunte in questi mesi non ha ancora conosciuto personalmente i propri colleghi, né visto fisicamente la sede di lavoro.
Il nuovo modo di lavorare è ormai entrato nella vita di tutti, creando abitudini e aspettative differenti rispetto al periodo pre pandemico. “Emerge l’esigenza di un nuovo equilibrio nella gestione delle attività, ma anche delle persone e, soprattutto del sé”, spiega Colombo. Pertanto i vecchi paradigmi non funzionano più ed è necessario far leva su nuove misure di sostegno ai dipendenti.
I nuovi trend, uniti al ‘malumore’ emerso dal Rapporto citato, “pone le aziende di fronte a nuove necessità dei propri dipendenti, che si traducono nella creazione e implementazione di nuove forme di welfare”, afferma Colombo. Così, il nuovo focus delle imprese dev’essere l’offerta di formazione (sia a livello soft sia hard), ma anche un sostegno concreto da parte di professionisti, come coach certificati o psicologi.
…E un sostegno ai genitori
Ma il problema va ben oltre la ricerca di un nuovo work-life balance. Come è noto, infatti, a pagare il prezzo più alto dell’Home working forzato sono state le mamme. In questi mesi, infatti, “è cambiato il mondo dei genitori ed è cambiato il mondo dei figli”: fra Didattica a distanza e lockdown gli stravolgimenti della vita familiare sono stati all’ordine del giorno e molte, come afferma Colombo, sono state le donne costrette a prendere decisioni drastiche relativamente al proprio percorso di carriera. “La maternità è ancora il motivo principale per cui le donne smettono di lavorare”, ma – come sostiene Colombo – queste persone rappresentano una risorsa per l’azienda e vanno guidate con percorsi di reinserimento lavorativo, per incentivarne il rientro in azienda a seguito dell’arrivo di un bambino.
Il supporto alla genitorialità, però, non si deve fermare alle neo mamme. Molte difficoltà del ruolo si presentano infatti con l’adolescenza, che Colombo definisce “una seconda nascita”. I percorsi di sostegno a mamme e papà devono quindi accompagnarli in tutti i nuovi bisogni che subentrano con il passare degli anni. Ogni passaggio della vita di un bambino richiede un aggiornamento delle competenze del genitore che, come spiega Colombo, “deve instaurare diverse relazioni con i figli e attuare nuove modalità genitoriali”.
Un primo passo di consapevolezza è stato fatto. L’87,2% delle aziende ritiene importante, per il futuro, il welfare (IV Rapporto Censis-Eudaimon). Questo dato deve rappresentare “uno stimolo per un upgrade del welfare, che sia indirizzato a beneficio della persone”. Misure che offrano ai lavoratori competenze per la gestione soft delle relazioni, del tempo e dell’equilibrio vita-lavoro. “E noi provider siamo pronti a supportare le aziende in questa rivoluzione del welfare”, chiosa Colombo.
Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione – percorso del teatro e dello spettacolo – Francesca Albergo ha successivamente conseguito un master in Professioni e Prodotti per l’Editoria. Dopo un’esperienza di cinque anni nelle Risorse Umane – durante i quali non ha mai abbandonato lettura e stesura di testi – la passione per le parole, la scrittura e (soprattutto) la grammatica l’ha portata a riprendere la sua strada, imparando a ‘vivere per lavorare’, come le consigliò un professore al liceo.
Amante della carta e del ‘profumo dei libri’ si è adattata alla frontiera digital dell’Editoria, sviluppando anche competenze nella gestione di CMS. Attualmente collabora in qualità di editor e redattrice con case editrici e portali web.
Nella sua borsa non mancano mai un buon libro, una penna (rigorosamente rossa) e un blocco per gli appunti, perché quando un’idea arriva bisogna esser pronti ad accoglierla.
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