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Blockchain, il garante digitale per le assicurazioni

Non solo criptovalute: la blockchain può essere un valido alleato anche per il mondo assicurativo. La tecnologia, che consente di gestire un registro digitale contenente informazioni in maniera condivisa e distribuita e dunque senza la necessità di un’entità centrale di controllo, permette di stipulare i cosiddetti smart contract, che automatizzano e validano l’intero processo di liquidazione della polizza, dall’avvenuto danno fino all’effettivo indennizzo.

Facendo risparmiare tempo e denaro sia ai consumatori sia alle compagnie assicurative, oltre a ridurre il rischio di dimenticanze, errori o truffe. Il tutto attraverso ‘oracoli’ e ‘notai digitali’.

In Italia tra i primi prodotti del genere ci sono quelli sviluppati da Reply con il Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi finanziari (CeTIF) dell’Università Cattolica: insieme hanno dato vita all’iniziativa Insurance Blockchain Sandbox, un unicum non solo a livello italiano, ma europeo, in quanto è riuscito a combinare l’innovazione con il coinvolgimento dei regolatori, partorendo polizze pronte per essere messe in produzione.

“Tutto è nato nel 2016, quando si è iniziato a capire che la blockchain poteva trovare un’applicazione anche nel settore delle assicurazioni”, racconta Maurizio Sironi, partner di Blockchain Reply. “Ciò che però frenava, e frena tuttora, l’adozione di questa tecnologia è il fatto che le compagnie assicurative e le banche siano enti largamente normati, quindi è imprescindibile per loro avere determinate garanzie di compliance prima di testare qualunque nuova soluzione”, prosegue Sironi.

Nel caso della Insurance Blockchain Sandbox sono stati coinvolti nel comitato scientifico, insieme con Reply e CeTIF, anche l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) e l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (Ania).

Polizze da viaggio intelligenti

Il vantaggio più evidente delle smart insurance è il fatto che siano autoliquidanti: l’assicurato non deve ricordarsi di aver sottoscritto una polizza né preoccuparsi di aprire il sinistro o di fornire la documentazione che provi il danno, così come la compagnia assicuratrice non deve più verificare le condizioni di indennizzo. Dall’altro lato, questa tecnologia consente anche di fissare un set di regole condivise tra tutti gli attori del processo attraverso una rete peer-to-peer, il che è garanzia di trasparenza ed efficienza.

Le soluzioni sviluppate da Reply e CeTIF ci sono tre polizze legate al viaggio, a copertura di eventuale maltempo a destinazione, di possibili ritardi dei voli e di derouting del bagaglio (cioè ritardo nella consegna). Il ruolo chiave del processo è giocato dai cosiddetti ‘oracoli’, ovvero siti terzi che in virtù della loro estraneità possono validare la condizione esterna che provoca il danno.

Nel caso del maltempo, per esempio, l’oracolo sarà un portale di previsioni meteorologiche. Quando si verifica la condizione in questione – detta “trigger” – l’apertura dell’indennizzo avviene automaticamente.

Altri ambiti di utilizzo attualmente in fase di sperimentazione riguardano il ritardo di treni, la mancata presenza di neve durante le stagioni sciistiche, o ancora il mondo della salute, dove l’oracolo potrebbe essere rappresentato da dispositivi indossabili di Internet of Things che misurano i parametri vitali della persona.

“Il mercato di queste micro polizze, smart, completamente digitali e parametriche è ampio”, conferma Chiara Frigerio, Segretario generale del CeTIF dell’Università Cattolica. “Si potrebbero utilizzare anche per sport, infortuni, animali o casa. In generale, sono applicabili a tutto ciò che può essere fruito e validato da strumenti digitalizzati. Nel mondo delle imprese potrebbero essere interessati i comparti agricoltura ed energy, per esempio per quanto riguarda le circostanze che determinano una business interruption”, prosegue Frigerio.

Test positivi e sviluppo nelle fideiussioni

L’accoglienza di questi primi prodotti messi sul mercato è stata positiva. “Dal collocamento di circa 700 polizze di questo tipo abbiamo avuto due generi di feedback”, spiega ancora Sironi di Blockchain Reply. “Gli assicurati sono rimasti soddisfatti perché si tratta di un prodotto veramente innovativo, le cui logiche sono totalmente nuove e la cui user experience è ottimale”.

“Le compagnie assicurative le hanno apprezzate perché si tratta di piccole polizze che, nella loro versione tradizionale, richiedono uno sforzo sproporzionato da parte degli operatori per verificare le condizioni per l’indennizzo e per seguire tutto il processo. Il ricorso agli smart contract ha permesso un risparmio pari al 60% dei costi di gestione operativa”, conclude Sironi.

Dalle assicurazioni alle fideiussioni: gli stessi partner del progetto Sandobox, questa volta con l’aggiunta di Banca d’Italia e Gruppo Sia, hanno appena lanciato una nuova sperimentazione dell’applicazione della tecnologia blockchain al mondo delle cauzioni.

“È un settore in cui c’è grande evidenza di frodi”, spiega ancora il segretario generale del CeTIF. “Abbiamo condotto uno studio d’impatto e ne è emerso che parte di queste frodi deriva dall’inefficienza del sistema, sia nell’emissione delle garanzie da parte dei garanti sia poi nella gestione della garanzia una volta emessa. Questo perché garantiti e garanti dialogano spesso su supporti non tecnologici, il che rende complesso lo scambio informativo”.

Ecco che di nuovo la blockchain può essere determinante, facendo da ‘notaio digitale’ e validando gli scambi di informazioni peer-to-peer.

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Manuela Gatti

Classe 1993, nata e cresciuta nella provincia milanese, è laureata in Lettere presso l’Università Statale di Milano. A qualche anno di cronaca locale è seguito un biennio alla Scuola di Giornalismo Walter Tobagi di Milano, dove ha svolto il praticantato giornalistico. Giornalista professionista dal 2019, attualmente lavora come freelance a Milano, collaborando con quotidiani, siti e periodici nazionali.

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